Un recente studio condotto in Israele e pubblicato sul New England Journal of Medicine, sulla base dei dati del ministero della Salute israeliano sugli over 60 vaccinati con ciclo completo, evidenzia come, rispetto alla variante Delta, la terza dose Pfizer “porterebbe l’efficacia del vaccino tra i soggetti che hanno ricevuto il richiamo a circa il 95%, valore molto simile all’efficacia del vaccino originale riportata contro la variante Alfa”. E, sostengono i ricercatori, i casi di contagio e di malattia grave calano sostanzialmente, con un tasso di infezione, almeno 12 giorni dopo il ‘booster’, inferiore di “11,3 volte” rispetto alle due dosi e un tasso di malattia grave inferiore di 19,5 volte. Lo studio è stato condotto dal 30 luglio al 31 agosto su 1,13 milioni di over60 che avevano completato l’immunizzazione 5 mesi prima, divisi in due gruppi: quelli cui è stato somministrata la terza dose e quelli che ne hanno ricevute due.
Al via la terza dose in Italia
In Italia terza dose del vaccino contro li COVID-19 al via per le persone immunocompromesse, le persone che hanno subìto un trapianto d’organo e i malati oncologici con determinate specificità. Saranno circa 3 milioni le persone inizialmente coinvolte. Si è partiti ieri, lunedì 20 settembre, come annunciato nei giorni scorsi dal Commissario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo.
I vaccini sono quelli a mRna: Pfizer e Moderna. Dieci le categorie destinatarie della dose addizionale. Poi si passerà alle cosiddette dosi booster, da somministrare a 6 mesi dall’ultima dose, destinate a chi avrà bisogno di una dose di rinforzo a fronte del calo di copertura immunitaria come per esempio gli over-80, i residenti nelle RSA.