Christian De Sica: l’osteopatia mi affascina. A tu per tu con Christian De Sica ti si apre un mondo. O meglio: ti si apre il mondo dello spettacolo. Ti si apre a 360 gradi. Attore, regista, cantante, comico, conduttore televisivo, figlio d’arte, Christian De Sica occupa, tra i personaggi dello spettacolo dell’ultimo mezzo secolo, un posto di assoluto prestigio, in primissima fila. Un’ottantina i film che lo hanno visto protagonista sul grande schermo. E poi la TV, la musica, il teatro. E una nutrita serie di riconoscimenti: tre David di Donatello, un Globo d’Oro, due Nastri d’Argento, ventitré Biglietti d’Oro per il cinema e due per il teatro. Una carriera colma di successi, la sua. Di successi e di passioni, come quella per Frank Sinatra. “Sinatra mi dà allegria, mi manda via la tristezza. The Voice è un toccasana, una terapia”, dichiara De Sica. Una terapia per l’anima e per il corpo. Proprio come l’osteopatia. Sì, perché l’attore romano classe 1951, oltre a curarsi l’anima con le note di Sinatra and Swinging Brass, ha l’abitudine di ricorrere alle cure dell’osteopata. Riportiamo l’intervista che, in merito, De Sica ha rilasciato al nostro periodico Osteopatia Magazine.
Christian De Sica: l’osteopatia mi affascina. L’intervista.
In quale occasione è entrato in contatto con l’osteopatia?
Sono entrato in contatto con l’osteopatia pochi anni fa, nel 2014. Stavo lavorando al musical “Cinecittà”. Un dolore cervicale causato dalle molte ore trascorse a ballare in sala prove, mi stava torturando. Non sapevo come uscirne, lavorare con quel dolore era davvero difficile. Così decisi di andare dall’osteopata.
Conosceva già l’osteopatia?
Non troppo. Ne avevo sentito parlare bene ma fino a quel momento non ne avevo mai avuto esperienza diretta né avevo ben chiaro cosa fosse e su quali principi si fondasse. Fu il mio amico e coreografo Franco Miseria a suggerirmi di rivolgermi all’osteopata.
Come andò il suo primo incontro con l’osteopata?
Confesso che avevo un po’ paura. Non conoscendo bene la disciplina, non sapevo minimamente a cosa stessi andando incontro. Inoltre, quando ho visto il dott. Carollo, un ragazzo giovane ho pensato: “Ma questo giovanotto sarà capace di curarmi o uscirò di qua peggio di come sono entrato?”
Uscì migliorato o peggiorato?
Migliorato, e di molto. L’osteopata fu capace di farmi passare il dolore al collo immediatamente, e ciò mi consentì di tornare a lavorare. Ripresi subito a ballare in sala prove.
Provò dolore durante il trattamento?
No, le manovre furono, per così dire, dolci e non provai alcun dolore, anche se quando l’osteopata m’ha fatto scrocchia’ la schiena m’è preso un colpo! Tendenzialmente siamo abituati a sentirci sicuri quando i dottori sono sulla cinquantina, con la barba e magari pure con un po’ di pancetta. In questo caso devo dire che l’apparenza mi ha ingannato. Il mio è stato un ottimo approccio all’osteopatia.
Nel mondo dello spettacolo, del teatro, del cinema, quanto è diffusa l’abitudine di rivolgersi all’osteopata?
Quella di rivolgersi all’osteopata è un’abitudine che sta prendendo sempre più piede. A mio avviso sarebbe molto utile avere a disposizione una figura simile durante programmi, film o show che prevedano un impegno fisico di una certa intensità.
Quali sono gli aspetti dell’osteopatia che più la affascinano?
Uno degli aspetti che più mi affascinano è senza dubbio la capacità, insita nell’osteopatia, di curare le persone senza ricorrere all’utilizzo di farmaci o di chissà quali strumentazioni. Questa capacità richiede una grande conoscenza del corpo umano e soprattutto una grande manualità. E poi mi piace molto il fatto che i benefici del trattamento osteopatico sono spesso immediati.
Oggi lei è ancora paziente dell’osteopatia?
Sì lo sono ancora, a distanza ormai di cinque anni da che mi ci sono recato la prima volta. Recarsi con regolarità dall’osteopata è un’ottima e sana abitudine. In questo periodo poi mi sto facendo seguire per un problema alla spalla.
Quanto, secondo lei, in futuro, l’abitudine di ricorrere all’osteopata potrà continuare a diffondersi?
Mi è capitato di leggere, qualche tempo fa, che secondo alcune stime sono ben dieci milioni gli italiani che ricorrono alle cure dell’osteopata. Ritengo dunque che questa abitudine, già molto diffusa, non potrà che continuare a diffondersi.
E sul set di un film, se lo porta l’osteopata?
Se c’è bisogno sì, Ma speràmo de no!