Covid, prof. Massimo Clementi: “La strada maestra rimane la vaccinazione”.
Intervista al professor Massimo Clementi, Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Ordinario di Microbiologia e Virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele.
Professore, sono passati quasi due anni dall’inizio della pandemia e siamo arrivati alla quarta ondata di Covid 19. Cosa abbiamo sbagliato? E cosa, invece, è andato bene? Non posso dire che siano stati commessi errori clamorosi. Probabilmente, all’inizio siamo stati presi alla sprovvista da un’infezione che non conoscevamo in dettaglio e verso la quale non disponevamo di farmaci e vaccini. Poi, però, abbiamo capito che casi problematici e anche gravi coesistono con casi poco sintomatici e asintomatici e stiamo comprendendo i motivi di questa diversa evoluzione. Nel frattempo, una tecnologia di grandi prospettive future (quella degli mRNA), che era da tempo allo studio per altri obiettivi, è stata orientata a sviluppare vaccini per proteggerci da questa infezione. Quindi, per riassumere: luci ed ombre, ma la scienza ci ha dato un’ancora di salvezza importantissima.
È stato appurato dalla comunità scientifica che i vaccini hanno una protezione ridotta in termini temporali. La terza dose è diventata quindi necessaria. Per la sua esperienza, dovremo abituarci al vaccino e a future dosi di richiamo? Dipenderà dall’evoluzione della pandemia. Se saremo obbligati a convivere ancora con il virus, penso che per alcuni anni dovremo abituarci a una vaccinazione che preceda gli inverni. Un po’ quello che facciamo prima delle epidemie influenzali.
Nella sua lunga esperienza, quale virus può essere più facilmente paragonabile al Covid 19 per modalità di diffusione e livello di infettività? Molti virus hanno un’importante infettività. La modalità di diffusione attraverso le vie respiratorie favorisce enormemente i virus e rende più problematica la prevenzione.
Il vaccino ai bambini è sicuramente una delle cause principali di apprensione nelle famiglie. Si può rassicurare? Il Vaccino a dose ridotta per i bambini è certamente sicuro. Anche se i bambini in questa fascia d’età si ammalano di rado, questo può comunque avvenire, e le conseguenze della malattia sono sempre più importanti. Consideriamo inoltre che i bambini si infettano a scuola o socializzando in altro modo e poi infettano adulti e anziani in casa.
In Europa e nel mondo. Chi ha fatto meglio finora? Siamo un esempio noi italiani, o da chi possiamo prendere esempio. Chi imitare per i comportamenti più virtuosi? I comportamenti virtuosi sono quelli di coloro che hanno seguito con rigore la strada maestra della vaccinazione. In Europa il Portogallo. Fuori dall’Europa Israele. Noi abbiamo comunque fatto una eccellente campagna vaccinale.
Informazione sommaria e avversione verso la scienza. Perché secondo lei una fetta seppur minoritaria della popolazione, ma importante a livello numerico, è refrattaria alle rassicurazioni del mondo medico scientifico? Si sta sbagliando qualcosa nel comunicare? Un’avversione preconcetta ai vaccini c’è stata sin da quando sono stati proposti. In questi casi è difficile spiegare, perché alcune persone non vogliano ascoltare. Alla fine del XVIII secolo l’introduzione della vaccinazione antivaiolosa fu accompagnata da vistose critiche e contestazioni. Diversa la posizione di coloro che sono timorosi e avrebbero bisogno di una migliore informazione e assicurazione. Credo siano un buon 50% di coloro che non si sono ancora vaccinati.
Internet è diventata mare magnum di informazioni. Secondo lei, quali sono le fonti più attendibili per chi cerca in rete? Difficile dire, su internet c’è di tutto: cose serie, informazioni borderline e vere truffe. Se non si possiede una bussola è meglio evitare e scegliersi un consulente. Si potrebbe rischiare di credere che la terra sia piatta.
Che cosa pensa degli intellettuali che a vario titolo hanno posto l’accento più sul lato giuridico e filosofico delle restrizioni alla libertà individuale, rispetto alle esigenze di salute pubblica? Qualsiasi idea è legittima e se la loro è questa fanno bene a comunicarla. La mia è che la salute pubblica viene prima del resto. È una limitazione della libertà anche doversi mettere le cinture in auto e, rimanendo in ambito stradale, doversi arrestare se c’è un semaforo rosso. Eppure tutti lo facciamo senza protestare.
L’avversione alla vaccinazione è una prerogativa di questo vaccino, o contro tutti i vaccini? Cosa ha rilevato nella sua lunga esperienza? Per una quota di persone è per tutti i vaccini. Per gli altri si tratta solo di scarsa conoscenza o informazione da fonti non corrette.