Difese immunitarie: i rimedi naturali per l’arrivo della stagione estiva. Con il ritorno alla libertà di movimento, l’aumento delle trasferte e dei contatti negli ambienti pubblici e sui mezzi di trasporto, è sempre utile fornire un minimo di sostegno al sistema immunitario: a maggior ragione, nel periodo estivo ormai alle porte. Se, infatti, è vero che i virus, e dunque anche il COVID-19, tendono a diventare meno aggressivi fra maggio e settembre per l’effetto “sterilizzante” dei raggi solari ultravioletti, non va tuttavia dimenticato che anche nel periodo più caldo dell’anno gli agenti patogeni restano comunque in circolazione. In questa stagione, del resto, sono sempre in agguato le otiti, le gastroenteriti e le cistiti favorite dai colpi d’aria (condizionata), oltre alle dissenterie dovute a viaggi e cambi d’alimentazione: tutte situazioni che possono fiaccare le difese, che peraltro sono già state debilitate a causa della pandemia. Una premessa, tuttavia, è d’obbligo: il sistema immune non può né deve essere sollecitato a oltranza. Così facendo, infatti, il rischio che si corre è che, al momento dei bisogno, sia davvero troppo “stanco” per scendere in campo.

Per evitare cedimenti improvvisi, sono molto utili i rimedi adattogeni, cioè quegli estratti naturali che aumentano la resistenza generale dell’organismo rispetto alle aggressioni esterne. In pratica, si tratta di ricostituenti ad ampio spettro che impediscono ai fattori stressogeni – come sbalzi climatici, esposizione continua a virus e batteri, ansia, paure, sforzi, lunghe convalescenze – di indebolire il corpo a livello fisico e psichico. Sono piante che, migliorando la qualità del “terreno” biologico, potenziano i livelli di energia vitale ed evitano che la debolezza organica aumenti il rischio di contagio.
Difese immunitarie: i rimedi naturali per l’arrivo della stagione estiva. La Rhodiola rosea.
Se prevale la stanchezza psicofisica
Nota ai popoli del Grande Nord col nome di “radice d’oro”, e utilizzata da secoli come ricostituente dalla Scandinavia alla Siberia, la Rhodiola rosea è la regina delle piante adattogene. Tonica e antiossidante, la Rhodiola “insegna” all’organismo a reagire ai contagi nella misura adeguata e solo quando serve. E, poiché favorisce la sintesi di serotonina, migliora anche il tono dell’umore e allenta la morsa dello stress che può alterare la risposta immunitaria. Non ultimo, la Rhodiola stimola l’organismo a produrre più ATP, la molecola dell’energia, aumenta la produzione di globuli rossi, migliora l’ossigenazione del sangue e potenzia il tono muscolare, con un’ottima azione anti fatica. Apprezzabile anche in viaggio e in vacanza. La Rhodiola rosea si assume in estratto secco: ne bastano 300 mg (una caspula), da deglutire con acqua la mattina a digiuno, per cicli di 3 settimane, ripetibili nel corso dell’anno.
Difese immunitarie: i rimedi naturali per l’arrivo della stagione estiva. L’acerola.
Quando ci si ammala troppo spesso
L’acerola è il piccolo frutto rosso della Malpighia glabra, una pianta originaria del Sudamerica e dei Caraibi. Antinfiammatoria e antiossidante, è un eccezionale concentrato di vitamina C (ne contiene fino a 40 volte più di un’arancia) e, di conseguenza, fortifica il sistema immunitario e migliora la reattività dell’organismo alle infezioni; è un valido rimedio anche per prevenire e curare la cosiddetta “diarrea del viaggiatore” e la cistite, migliora l’assorbimento del ferro e, dunque, contrasta l’anemia e la spossatezza, anche quando sono dovute al rialzo delle temperature. L’acerola si trova sotto forma di succo (un misurino al giorno diluito in un piccolo bicchiere di acqua naturale o in una spremuta d’arancia) oppure in compresse, da far sciogliere in bocca: ne basta un grammo al giorno anche per lunghi periodi, di 1-2 mesi continuativi, soprattutto durante la stagione invernale.
Il Coronavirus non ama il sole
L’aumento dell’esposizione ai raggi UVA, che rappresentano circa il 95% dello spettro della luce solare, potrebbe abbassare l’incidenza dei contagi da COVID-19. Lo conferma una ricerca curato da un team di esperti dell’Università di Edimburgo, in Scozia, secondo i quali i raggi solari provocherebbero un rilascio di ossido nitrico attraverso la pelle, sostanza che può ridurre la capacità di replicazione del SARS-CoV-2. Un altro studio condotto alle Università di Brasilia e di Tocantins, in Brasile, e ha evidenziato che a ogni aumento della temperatura atmosferica pari a un grado Celsius, nella fascia fra i 16,8 e i 25,8 gradi, la trasmissione del SARS-CoV-2 si riduce del 4%. Una condizione che, per ora, è stata però verificata solo nelle regioni a clima subtropicale.