Fieno Greco: proprietà e utilizzo. Il Fieno greco (Trigonella foenum graecum) è una pianta della famiglia delle Leguminose, piante che provvedono al nutrimento dell’uomo. Questa specie non ha nulla a che fare con il Fieno, se non nel termine foenum che significa nutrimento, e la denominazione greco vuole richiamare la sua origine orientale. Trigonella si riferisce alla forma triangolare dei suoi fiori e dei suoi durissimi semi, utilizzati in erboristeria, dal caratteristico colore giallo ocra.
Fieno greco: nell’antichità
Nell’antichità era utilizzato soprattutto per alimentare il bestiame, ma ritroviamo riferimenti alla sua azione rinvigorente e nutriente anche per le persone. Dioscoride, medico del I secolo d.C. e autore della prima Materia Medica della storia della medicina greco-romana, riporta fra le indicazioni delle sue azioni, quella di sciogliere ascessi e noduli anche infetti, sia superficiali che profondi. Pianta considerata molto riscaldante e disseccante, veniva consigliata negli stati di debolezza, nel recupero delle forze e nei dimagrimenti improvvisi.
Come tutte le leguminose entra a far parte delle piante che l’uomo coltiva da sempre come alimento, impiegabile per ristabilire l’appetito nei soggetti convalescenti e debilitati.
Durante il medio Evo e il Rinascimento venne considerata una delle piante più utili ed efficaci in oltre 600 malattie.
Nel novecento venne studiata in Francia nel trattamento dei malati di tubercolosi, ai quali veniva somministrato il Fieno greco in polvere unito ad olio e assunto a cucchiai o facendo bere l’acqua della macerazione di 24 ore dei semi, con buoni risultati. Oggi ne è stata comprovata la sua azione ricostituente ed anabolizzante.
I suoi principali costituenti sono aminoacidi, vitamine, sali minerali, saponine ed alcaloidi flavonoidi e proteine fosforate. Analizzando i suoi diversificati componenti possiamo capire le tante azioni del Fieno greco.
Fieno greco: proprietà e utilizzo
L’apporto di acido nicotinico convertito nel nostro corpo in nicotinammide, aumenta la capacità antiossidante e di incremento dell’energia cellulare. Controlla anche il metabolismo lipidico sia nei parametri sanguigni del colesterolo che dei trigliceridi. Inoltre contiene fattori di riequilibrio della glicemia e di stimolazione della lattazione.
Un fattore limitante il suo impiego è legato al fatto di conferire al sudore di chi lo assume un odore particolare e non molto gradevole.
Gli studi clinici confermano la sua azione metabolica e la capacità di riduzione della glicemia nel diabete di tipo II con normalizzazione di tutti i parametri alterati, e anche in caso di aumento di colesterolo e trigliceridi che solitamente vengono ridotti in tre mesi di trattamento. È ottimo rimedio quindi negli stati di affaticamento, astenia, convalescenza, magrezza e leggera insufficienza epatica. Il suo effetto ingrassante è molto significativo nelle perdite improvvise di peso ed eccessivo dimagrimento. È indicato nelle convalescenze.
Oggi è molto richiesto dagli sportivi e dai culturisti per la sua, anche se leggera, azione anabolizzante esente da effetti secondari. Utile nelle problematiche artritiche e nel mantenimento delle strutture articolari è importante anche per la sua azione antiparassitaria a lungo impiegata nelle popolazioni africane e comprovata da studi in occidente. La farina dei suoi semi può essere usata esternamente sui foruncoli, nella sinusite e nelle dermatiti.
Articolo a cura del Gruppo di Studio Arcangea Pianeta Azzurro