Infortunio sportivo: la distorsione della caviglia. La parola al chiropratico. Lavorare a contatto con il mondo dello sport mi porta spesso a trattare infortuni. Uno dei più comuni è la distorsione alla caviglia. Sui campi da gioco, quando un atleta si infortuna, in poco tempo devi capire cosa sia successo, valutare come trattare l’infortunio e stabilire se il giocatore possa riprendere la gara o debba uscire dal campo. Negli anni vissuti a Los Angeles ho trascorso molto tempo negli spogliatoi e sui campi sportivi. Ero il Dottore di Chiropratica primario di due squadre di seconda divisione di due università: la California State University Northridge (CSUN) e la California State University Chanel Island (CSUCI). Ero inoltre il chiropratico delle squadre giovanili delle scuole superiori di Newbury Park. Lavoravo al fianco di altri professionisti sanitari, come medici e fisioterapisti e, tra noi, c’era molta collaborazione e una comunicazione sempre aperta attorno ai protocolli da adottare per favorire il recupero degli atleti dagli infortuni e, inoltre, per prevenire gli infortuni stessi.
Infortunio sportivo: la distorsione della caviglia
Uno degli infortuni più frequenti con cui avevo a che fare era, ed è ancora, la distorsione della caviglia. Nel 2018 i ricercatori hanno confermato che gli sport in cui le distorsioni alle caviglie sono più comuni sono la pallacanestro (41%), il football americano (9.3%), e il calcio (7.9%). Ben il 40% di tutti gli infortuni è costituito proprio dalle distorsioni alle caviglie. A favorire la distorsione della caviglia c’è, in tutti questi sport, il continuo movimento che l’atleta compie e che va a caricare e scaricare la caviglia attraverso corse intensi e brevi, arresti improvvisi, salti e cambi repentini di direzione.
La distorsione più critica è la cosiddetta distorsione alta. Una ricerca del 2017 indica che gli atleti maschili subiscono un numero maggior di infortuni alla caviglia alta rispetto a quanti ne subiscano le atlete. La maggior parte di queste distorsioni si registrano negli sport con maggior contatto e scontri con altri giocatori, come peresempio il football americano.
L’approccio terapeutico alla distorsione della caviglia
Gli approcci al trattamento della distorsione possono essere diversi. Uno dei più comuni è quello che in inglese è detto RICE acronimo di Rest, Ice, Compression ed Elevation. A questo metodo può essere affiancata la manipolazione della caviglia stessa, che può migliorare la mobilità. Negli ultimi anni, altri metodi hanno trovato largo impiego nel trattamento della distorsione. Il MEAT, acronimo di Movement, Exercise, Analgesics, Treament è quello che trovo più efficace e che ormai da tempo ho scelto di adottare. Il movimento molto soft favorisce il recupero della mobilità e il riassorbimento dell’edema. Una recente ricerca ha concluso che un programma progressivo di movimenti ed esercizi per la caviglia aiuta a diminuire il tempo di recupero dall’infortunio, e diminuisce l’instabilità della caviglia stessa. Le persone che subiscono una distorsione alla caviglia hanno infatti il 25-40% di probabilità di subire altre distorsioni. Nel metodo MEAT è previsto anche l’utilizzo di analgesici. Cosa intendiamo per analgesici? Principalmente una dieta antinfiammatoria. Nel 2018 si è scoperto che la curcuma può avere, nella fase acuta, un ruolo significativo come antinfiammatorio. E infine il trattamento. Sì può trattare manualmente una distorsione alla caviglia? Come già detto, nel 2012 è stato confermato che manipolare la caviglia distorta è pratica molto efficace per la guarigione della caviglia stessa .
Infortunio sportivo: la distorsione della caviglia. RICE o MEAT?
Quale dei due metodi è meglio utilizzare per trattare la distorsione della caviglia? Ogni caso è un caso a sé. Sono molti i fattori di cui tenere conto nel decidere quale approccio adottare, soprattutto quando si è alle prese con gli atleti.: la severità della distorsione, le modalità dell’infortunio stesso, il protocollo già stabilito dall’equipe dei sanitari e anche il momento stesso in cui l’atleta si infortuna. Durante un campionato importante si prova a recuperare l’atleta al più presto, senza ovviamente metterlo a rischio. Se invece si è alla fine del campionato, il suo recupero si può programmare più a lungo termine, con anche degli esercizi di prevenzione.
Chi è Ciro Roberto Errico
Il Dott. Ciro Roberto Errico è nato e cresciuto a Los Angeles (California). Si è laureato presso il Cleveland Chiropratic College, Los Angeles, città nella quale ha avviato il suo primo studio. Ha poi lavorato nelle università statunitensi come chiropratico primario per squadre sportive. Nel 2013 è stato Chiropratico primario per i CrossFit games e le varie palestre di CrossFit. Trasferitosi in Italia, nel 2014 ha avviato il suo studio di Ancona. È chiropratico della locale squadra di pallamano Luciana Mosconi e della squadra di football americano Ancona Dolphins. È membro di FICS (Federation Internationale de Chiropratique du Sport) e dell’Associazione Italiana Chiropratici). Riceve ad Ancona, Loreto, Fabriano, Recanati.