Insonnia e rottura dell’aneurisma cerebrale: uno studio svedese approfondisce il legame. Secondo quanto evidenziato da una nuova ricerca pubblicata ieri sul Journal of the American Heart Association, l’insonnia potrebbe rappresentare un fattore di rischio per la rottura degli aneurismi cerebrali. A detta degli stessi ricercatori, ad ogni modo, la ricerca necessiterebbe di ulteriori approfondimenti.
“La rottura dell’aneurisma è altamente fatale. È quindi estremamente importante identificare tutti quei fattori di rischio che possono aiutarci a prevenire la rottura stessa”, dichiara Susanna C. Larsson, autrice dello studio e professore associato presso l’Unità di Epidemiologia Cardiovascolare e Nutrizionale presso il Karolinska Institutet di Stoccolma e presso l’Unità di Epidemiologia Medica dell’Università di Uppsala, in Svezia.
Nel corso dello studio i ricercatori hanno preso in esame fattori di rischio consolidati come il fumo e l’ipertensione, e hanno anche valutato il legame tra aneurismi e consumo di caffè, sonno, attività fisica, indice di massa corporea, livelli di glucosio nel sangue, diabete di tipo 2, pressione sanguigna, colesterolo, infiammazione cronica e funzionalità renale.
Utilizzando i dati di una meta-analisi condotta dall’International Stroke Genetics Consortium e volta ad associare fattori genetici allo stile di vita e ai fattori di rischio cardiometabolico, lo studio ha identificato circa 6.300 casi di aneurisma intracranico e quasi 4.200 casi di emorragia subaracnoidea aneurismatica. I casi di aneurisma intracranico ed emorragia subaracnoidea sono stati comparati con oltre 59.500 controlli per determinare la predisposizione genetica all’aneurisma.
Insonnia e aneurisma cerebrale: i risultati dello studio
La predisposizione genetica all’insonnia è risultata associata a un aumento del 24% del rischio di aneurisma intracranico ed emorragia subaracnoidea aneurismatica. Il rischio di aneurisma intracranico è risultato circa tre volte superiore nei fumatori rispetto a chi non fuma. Il rischio di aneurisma intracranico era quasi tre volte superiore per ogni aumento di 10 mm Hg della pressione diastolica, la cosiddetta minima. Discorso diverso, invece, per i trigliceridi, la cui eccessiva presenza nel sangue non è apparsa correlata a uno specifico aumento di rischio.
“L’associazione tra insonnia e aneurisma intracranico non è stata segnalata in precedenza e questi risultati meritano conferma in studi futuri”, ha detto Larsson. “La nostra ricerca supporta il pensiero che i fattori di rischio che le persone possono modificare o gestire possono avere un impatto sugli aneurismi cerebrali e sul rischio di emorragia. Una volta confermati, gli studi futuri dovrebbero esaminare i modi per incorporare questa conoscenza nei programmi e nelle terapie di prevenzione”.
Aneurisma cerebrale: i dati nel mondo
In tutto il mondo, oltre il 3% degli adulti malformazioni dei vasi sanguigni nel cervello, la maggior parte dei quali non si romperà mai. Circa il 2,5% degli aneurismi intracranici si rompe, provocando un’emorragia subaracnoidea, un tipo di ictus che si verifica quando un vaso sanguigno sulla superficie del cervello si rompe e sanguina nello spazio tra il cervello e il cranio.
I coautori dello studio sono Ville Karhunen, Mark K. Bakker, Ynte M. Ruigrok e Dipender Gill. Lo studio è stato finanziato dal Swedish Research Council for Health, Working Life and Welfare.
Aneurisma cerebrale: i dati in Italia
Secondo alcune statistiche, in Italia circa l’1% della popolazione soffre di aneurisma cerebrale. Di questi, lo 0,2-0,3% durante la vita andrà incontro a emorragia subaracnoidea. Ogni anno il numero di persone colpite da emorragia subaracnoidea ammonta a 10-15 individui ogni 100.000. Il 20-30% delle persone che subiscono la rottura di un aneurisma, muore prima di raggiungere l’ospedale. Il 50% muore entro 30 giorni dalla rottura stessa. La fascia di età più colpita è quella che va dai 40 ai 60 anni. Sembra vi sia inoltre una maggiore predisposizione da parte della donne: il rapporto con gli uomini è di 3 a 2.
Insonnia: alcuni dati italiani
L’insonnia rappresenta il 90% dei disturbi del sonno ed è il più frequente tra i disturbi psichiatrici. Si stima interessi, nella forma cronica, dal 10 al 13% della popolazione italiana e nelle forme acute e transitorie fino al 60% della popolazione del nostro paese.