Invecchiamento e inflammaging: l’importante ruolo delle proteine. L’invecchiamento è un processo complesso al quale partecipano fattori genetici, epigenetici ed ambientali. Recentemente si è visto che l’età avanzata è caratterizzata da uno stato infiammatorio cronico di basso grado, definito inflammaging. Questo termine, coniato da Franceschi et al. (2000) definisce l’invecchiamento come “una globale riduzione della capacità di far fronte ai vari stressors e ad un conseguente aumento progressivo dello stato infiammatorio”.
L’infiammazione non è sempre dannosa, è un meccanismo conservato evolutivamente per far fronte a infezioni e lesioni. Quando ci tagliamo, ad esempio, la zona circostante diventa calda, arrossata e dolorante. Questo perché vengono secreti mediatori dell’infiammazione che hanno il compito di dilatare i capillari per far sì che più globuli bianchi possibili possano giungere sulla sede della lesione per fare pulizia. Il mantenimento dell’infiammazione aiuta anche nella successiva riparazione del tessuto lesionato, dimostrando un ruolo fondamentale nella nostra omeostasi.
Tuttavia, quando il processo infiammatorio non si risolve, si pongono le basi per lo sviluppo di patologie come l’aterosclerosi, il diabete di tipo 2, l’obesità, la neurodegenerazione, le artriti, la depressione, il cancro e ovviamente si accelera il processo di invecchiamento.
Invecchiamento e inflammaging: l’importante ruolo delle proteine
La dieta gioca contro l’infiammazione un ruolo fondamentale, ma è anche di supporto all’età avanzata. Negli anziani spesso vi sono difficoltà ad alimentarsi nel modo corretto, per difficoltà nella masticazione o nella deglutizione o a volte per un assorbimento non ottimale dei nutrienti. Di solito l’intake proteico è quello più difficile da sostenere, ma è fondamentale per mantenere un’adeguata struttura muscolare.
In accordo con la Società Europea di Nutrizione Clinica e Metabolismo (ESPEN) l’intake proteico giornaliero degli anziani dovrebbe essere maggiore di quello dei giovani adulti, circa tra 1g e 1,2g/Kg di proteine, negli anziani malnutriti si può arrivare a 1,5g/Kg. Questo significa che per un anziano di 70Kg, la quota proteica giornaliera è tra i 70 e gli 84 g/Kg. Una porzione di 30 grammi di proteine equivalenti a 100 grammi di pollo a pranzo e 150 grammi di pesce a cena è in grado di coprire il fabbisogno giornaliero in aggiunta agli altri elementi della dieta.
Perché le proteine sono così importanti nell’infiammazione?
Mangiare la giusta quota sia pranzo sia a cena impedisce di fare il tipico errore di consumare un pasto solo a base di carboidrati. Il bilanciamento ottimale del carico glicemico dato dall’assunzione concomitante della fonte glucidica, lipidica e proteica riduce la secrezione di insulina, riducendo i processi infiammatori. Mangiare in modo equilibrato, ci permette di avanzare con l’età nel modo migliore.
Erica Rosati
Erica Rosati, biologa, si laurea nel 2013 in Scienze Erboristiche e dei Prodotti della Salute, classe delle lauree in Scienze e Tecnologie Farmaceutiche, all’Università degli Studi di Parma. Si laurea poi con Lode in Scienze della Nutrizione Umana, curricula Nutraceutica al San Raffaele di Roma con una tesi dal titolo Ruolo del Microbioma nella Tolleranza Alimentare e possibile utilizzo di Nutraceutici nella modulazione della Risposta Immunitaria. Esercita la professione di biologa nutrizionista nel suo studio di Traversetolo, in provincia di Parma.