La Chiropratica: terapia di emergenza o compagna di vita? La Chiropratica nasce nel 1895, scoperta quasi per caso, grazie a un ragionamento deduttivo di Daniel David Palmer. Costantemente alla ricerca del miglior modo di aiutare i pazienti, DD Palmer si trovò di fronte Harvey Lillard, il quale aveva perso l’udito da un orecchio in seguito a uno schiocco nella schiena, avvenuto durante un lavoro svolto con una postura scomoda. Il ragionamento di Palmer fu molto semplice: “Se trovo cosa è schioccato fuori posto e lo faccio schioccare di nuovo, rimettendolo a posto, Harvey dovrebbe riacquistare l’udito”. Successe proprio così.

Fu l’inizio di una storia straordinaria: la storia della Chiropratica, di quella che oggi -forte dei suoi quasi centotrenta anni di storia- è diventata la seconda professione sanitaria nel mondo per numero di pazienti e addirittura la prima negli Stati Uniti per numero di visite annuali. La Chiropratica quindi, nasce senz’altro come medicina di emergenza, così come lo è la medicina a cui siamo comunemente abituati. Ma è solo terapia di emergenza o può diventare compagna di vita? Per rispondere a questa domanda è necessario comprendere a fondo le potenzialità della Chiropratica stessa.
La Chiropratica: terapia di emergenza o compagna di vita?
Nella nostra cultura siamo abituati ad andare dal medico quando abbiamo male o non ci sentiamo troppo bene. Il medico ci visita, prescrive eventualmente degli esami e, se scopre una patologia, prescrive spesso dei medicinali. Il problema, o forse la fortuna, è che nella maggior parte dei casi, la patologia non viene trovata. Non viene trovata perché, di fatto non c’è. E allora, se c’è bisogno, il medico si limita a prescrivere antidolorifici o antinfiammatori, il cui compito è quello di non farci sentire il problema, di non farci avvertire i fastidiosi sintomi con cui ci troviamo alle prese. È un po’ come se ci andasse a fuoco la soffitta e noi, siccome siamo stanchi e vogliamo dormire, staccassimo la sirena dell’allarme antincendio e continuassimo beatamente a dormire. Del resto, dal medico ci siamo stati e ci ha detto che non abbiamo nessuna patologia. Quindi perché preoccuparsi?
Il problema però c’è. Eccome. Se il mio organismo mi trasmette dei segnali è perché qualcosa non sta funzionando a dovere. Tipicamente, la patologia non viene riscontrata fino a quando non abbiamo perso il 35-40% della funzionalità del nostro organismo o degli organi interessati dalla patologia stessa. Il diretto interessato però si accorge del problema quando perde già solo il 5-10% della funzionalità di cui sopra. Se è abituato a spingere il suo corpo al massimo, come gli atleti professionisti per esempio, può accorgersi che qualcosa non va già da una perdita dell’1-2% della sua funzionalità.

Tutta questa premessa per dire che il nostro sistema sanitario è perfettamente attrezzato per implementare l’obiettivo della medicina, cioè di quella scienza che si occupa delle malattie e della loro cura, ma sovente non è attrezzato per una valutazione di tipo funzionale, per verificare cioè cosa, in noi, non sta funzionando al 100%. Tipicamente gli esami medici, come per esempio l’esame del sangue, restituiscono valori considerati normali. In realtà, più che definirli normali, sarebbe corretto definirli valori non patologici. Questo perché se i valori riscontrati sono all’interno di tali parametri è vero che non siamo malati, ma c’è una bella differenza tra l’avere i valori perfettamente al centro del range stabilito e averli ai confini del range stesso. Di fatto manca, dunque, una figura professionale in grado di valutare il paziente da un punto di vista funzionale, per stabilire quanto le sue funzionalità siano lontane dall’ottimale.
Il ruolo del Dottore in Chiropratica
Il Dottore in Chiropratica, grazie alla sua formazione improntata alla salvaguardia della salute molto più che alla ricerca della patologia, e grazie alla sua filosofia improntata alla ricerca delle cause piuttosto che alla semplice eliminazione del sintomo, è in grado di svolgere questo compito. Ecco dunque che il Chiropratico, per quanto figura cui ricorrere anche nel momento dell’emergenza, diviene professionista sanitario in grado di fare molto, molto di più. La Chiropratica è infatti in grado di misurare con grande anticipo, addirittura di alcuni anni, tutti quei cambiamenti funzionali a carico del nostro sistema nervoso, che se trascurati andranno col tempo a manifestarsi sul sistema muscolo-scheletrico provocando dolori e posture invalidanti come, per fare un esempio, il fatidico “colpo della strega”. Clinicamente, un Dottore di Chiropratica esperto può individuare i cambiamenti che porteranno al mal di schiena già in un bambino di 7-8 anni. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che se il Chiropratico venisse consultato regolarmente e utilizzato nel pieno delle sue capacità, diventerebbe per ognuno di noi un punto di riferimento cui ricorrere lungo tutto l’arco della nostra vita, per garantirci salute per trasformarci da pazienti a persone sane che desiderano mantenersi costantemente in buona salute.
Nel mio mondo ideale, in sala parto, nel miracoloso momento della nascita c’è, di fianco all’ostetrico o all’ostetrica, il chiropratico. Numerosi sono gli studi che testimoniano i benefici di cui mamma e nascituro possono godere se entrambe le figure presiedono al parto.
Medico e chiropratico figure complementari? Sì.
La figura del medico e quella del Chiropratico, per quanto diverse, sono complementari e possono -se affiancate- offrire al paziente un’assistenza di alto livello. Entrambi concentrati sull’interesse supremo del paziente, medico e chiropratico conoscono i loro reciproci obiettivi e sanno alla perfezione come muoversi e come integrarsi. Se un paziente non è alle prese con una patologia pericolosa è sempre meglio cominciare a “curarlo” con la Chiropratica, il cui scopo è sempre quello: rimuovere l’interferenza per promuovere la massima espressione del suo potenziale. Se lo stato di salute dell’individuo è invece così debilitato da non riuscire a reagire da solo, allora insieme alla rimozione dell’interferenza da parte del chiropratico, il medico può intervenire prescrivendo gli adeguati medicinali che permetteranno al paziente di essere aiutato nel processo di guarigione.
Ricordiamo che il corpo umano è un organismo auto-guarente. Per cui la guarigione non avviene grazie al farmaco o all’aggiustamento, ma avviene perché l’organismo possiede innata la capacità di ritrovare il suo equilibrio e quindi di guarire. Il farmaco, quando promuove lo guarigione, è perché permette all’organismo debilitato dalla malattia di avere più tempo a disposizione per riuscire a reagire e quindi a guarire. Allo stesso tempo l’aggiustamento chiropratico rimuove un’interferenza alla massima espressione del potenziale della salute dell’individuo e quindi stimola e favorisce la guarigione, che avviene sempre e comunque all’interno e a carico dell’organismo del paziente.
La Chiropratica come scelta di vita
Tornando al mio mondo ideale, anche di fianco al Pediatra ci sarebbe un Chiropratico. Poi il Chiropratico sarebbe di fianco al Medico di Medicina Generale e anche di fianco al Geriatra.
La Chiropratica dovrebbe essere vista come una scelta di vita o meglio di salute. Se non voglio avere male posso scegliere se assumere un antidolorifico o rivolgermi al Chiropratico, ma se voglio che il mio intero organismo funzioni bene, devo rivolgermi a figure professionali in grado di fare valutazioni funzionali preventive. E il chiropratico, sotto questo aspetto, è la figura più adatta e più preparata. Il medico è lo specialista delle malattie e delle emergenze, ed è una figura essenziale nella nostra società. Il chiropratico è lo specialista della funzionalità.
Si badi, non stiamo proponendo il chiropratico come factotum della salute. Il Chiropratico fa principalmente una cosa: aggiusta le sublussazioni. Spieghiamo meglio. Per seguire un individuo lungo tutto l’arco della sua vita abbiamo indicato quattro specialisti: ostetrico, pediatra, medico generico, geriatra. E abbiamo sempre messo al loro fianco il chiropratico. Le patologie di cui possiamo soffrire lungo tutta la nostra vita, sono tante e variano a seconda della nostra età, rendendo necessario il nostro rivolgerci a diversi specialisti. Ma se ragioniamo in termini di funzionamento ottimale del nostro organismo o delle sue componenti il discorso cambia. Il funzionamento del rene, per citare un esempio, è lo stesso sia per un bimbo di 5 anni, sia per un uomo di 80. Indipendentemente dall’età del paziente, il chiropratico deve essere in grado di riconoscere se è presente un’interferenza all’espressione ottimale della funzionalità del rene, del bambino come dell’anziano, e deve necessariamente essere in grado di rimuovere quell’interferenza.
Sublussazione e aggiustamento
Nel linguaggio chiropratico l’interferenza viene definita sublussazione, e la sua rimozione è chiamata aggiustamento. La sublussazione può avere come conseguenza la quasi totalità delle patologie conosciute. A seconda del livello vertebrale nel quale si verifica la sublussazione ci sarà una conseguenza di malfunzionamento in una diversa parte del corpo. Con ciò non vogliamo dire che la Chiropratica sia la panacea di tutti i mali, né tantomeno vogliamo suggerire che queste patologie siano tutte curabili con la Chiropratica. Ciò che vogliamo far comprendere al lettore è che una sublussazione ha il potenziale di causare malfunzionamenti ed eventuale patologia in quasi tutto il corpo.

Quando avvertiamo qualche disturbo o addirittura siamo malati, vale dunque la pena farci visitare anche dal Chiropratico. Del resto, anche se pochi lo sanno, la professione chiropratica, per i primi sessant’anni della sua esistenza si è occupata quasi esclusivamente di qualcosa che oggi, nella mente di molti, è lontana dalla Chiropratica stessa: le malattie infettive.
La Chiropratica dovrebbe essere una compagna di vita, dalla nascita sino alla morte, che dovrebbe avvenire in individui che funzionano bene fino alla fine. Il dottor Pennebaker un caro collega e amico americano oggi non più tra noi, mi disse una volta che la vita non dovrebbe essere un fuoco che col passare degli anni si attenua per diventare una flebile fiammella prima di spegnersi lentamente. Dovrebbe piuttosto ardere passionalmente fino all’ultimo istante, possibilmente oltre i 100 anni di età, per poi spegnersi di colpo. Così fosse, ed è senz’altro possibile, diventare vecchi non sarebbe più un così forte disagio. La Chiropratica come scelta di vita può senz’altro favorire questo scenario.
Andrea Cecchi, DC

Consegue nel 1998 la laurea in Doctor of Chiropractic magna cum laude al Northwestern College of Chiropractic di Minneapolis. Dal 2002 al 2011 ricopre la carica di Vice Presidente dell’Associazione Italiana Chiropratici. Ha partecipato con la Federazione Italiana Nuoto alle Olimpiadi di Atene 2004 e, nel 2007 ai Campionati Mondiali di Nuoto di Melbourne. Molti i suoi successi da nuotatore: dieci volte campione italiano assoluto nei 100 e 200 rana. Primatista nazionale nei 100 e 200 rana. Esercita la sua professione di chiropratico dal 1999 nel suo studio a Torino.