La crononutrizione: princìpi e benefìci. Scandire il tempo in cui ci nutriamo ha effetti benefici sulla salute. Durante un protocollo di digiuno intermittente, una strategia dietetica che prevede una finestra temporale di digiuno, l’aumento dell’adiponectina, un ormone secreto dal tessuto adiposo, è in grado di migliorare il metabolismo glucidico e lipidico, indurre perdita di peso e ridurre la pressione arteriosa. Inoltre, questo ormone regola attivamente i nostri ritmi circadiani, modulando l’espressione di sei geni coinvolti nella sua regolazione.
La crononutrizione: il Food-Entrainable Oscillator (FEO)
I ritmi circadiani sono dettati dall’orologio centrale posto nella ghiandola pineale, in grado di secernere melatonina, ormone che regola il ritmo sonno-veglia. Ciò che si è visto da studi emergenti, è che mentre il ritmo centrale è regolato dalla luce, vi sono orologi accessori in grado di influenzare l’orologio centrale, tra cui il food-entrainable oscillator (FEO) un orologio regolato dall’assunzione del cibo.
Nutrirsi in determinati orari influenza i ritmi sonno-veglia in quanto l’orologio centrale risente molto dell’azione del cortisolo, l’ormone dello stress. Quando saltiamo la cena, i livelli di cortisolo si abbassano e si alzano al mattino, riproducendo l’oscillazione naturale di questo ormone e garantendo un riposo migliore.
La crononutrizione: gli studi
In uno studio, i partecipanti sottoposti a digiuno intermittente, avevano migliorato la qualità del sonno dell’84%. Mangiare in orari in cui il nostro corpo dovrebbe essere nella fase di riposo, come durante la notte, porta ad alterato metabolismo glucidico a causa dell’azione della melatonina che quando viene secreta inibisce l’azione dell’insulina, l’ormone che ci permette di regolare i livelli di zucchero nel sangue.
Gli studi su lavoratori turnisti ci dicono che l’assunzione di cibo nelle ore notturne, altera l’azione del FEO che porta nel suo complesso ad un aumento del peso e ad un maggior rischio di malattie cardiovascolari e diabete. Mangiare in orari di veglia si rivela in questo caso utile per affrontare il jet-lag indotto da questa tipologia di lavoro.
In conclusione, la restrizione del cibo in determinati orari, non solo modula tutta la cascata ormonale legata al metabolismo, ma ha effetti anche sulla nostra reattività e sull’umore.
Erika Rosati
Erica Rosati, biologa, si laurea nel 2013 in Scienze Erboristiche e dei Prodotti della Salute, classe delle lauree in Scienze e Tecnologie Farmaceutiche, all’Università degli Studi di Parma. Si laurea poi con Lode in Scienze della Nutrizione Umana, curricula Nutraceutica al San Raffaele di Roma con una tesi dal titolo Ruolo del Microbioma nella Tolleranza Alimentare e possibile utilizzo di Nutraceutici nella modulazione della Risposta Immunitaria. Esercita la professione di biologa nutrizionista nel suo studio di Traversetolo, in provincia di Parma