L’osteopata e l’età pediatrica: un polo d’eccellenza al Meyer di Firenze. Il DO Tommaso Ferroni nel 2011 ha fondato il primo ambulatorio di Osteopatia in regime di convenzione all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. Salute Today lo ha raggiunto per parlare di osteopatia in ambito pediatrico. L’ambulatorio toscano di osteopatia pediatrica oggi vanta numeri importanti e anche in tempo di Covid ha continuato a fornire il suo servizio. L’ambulatorio è aperto a tutti i bambini e ragazzi fino a 18 anni, residenti nella Regione Toscana, non necessariamente ricoverati, per i quali non è obbligatorio, come per tutte le Medicine Complementari in Toscana, che sussista una prescrizione medica. È sufficiente contattare il CUP del Meyer e richiedere una prestazione di visita osteopatica.
Come nasce l’esperienza del Meyer in ambito osteopatico?
“Il tutto è nato dalla collaborazione con il dottor Lorenzo Genitori, all’epoca Direttore del Centro di eccellenza di Neurochirurgia e coordinatore scientifico internazionale AOU Meyer – spiega Ferroni – Nella primavera del 2008 il nostro scambio di vedute fece nascere i primi progetti legati ai trattamenti osteopatici ai piccoli pazienti all’interno dell’ospedale. Da questo sodalizio è iniziata una collaborazione per osservare l’impatto del Trattamento Manipolativo Osteopatico in ambito ospedaliero. I dati relativi a questo studio, rilevati dal 2009 al 2011, mostrarono risultati molto incoraggianti, riguardanti la riduzione del dolore percepito, dei tempi di degenza e del carico farmacologico. Nel corso del tempo, la collaborazione con l’AOU Meyer coinvolse tutti i Dipartimenti, dando ai trattamenti osteopatici un ruolo di grande valore. Grazie a questi primi studi, su 80 piccoli pazienti, ottenemmo il codice regionale come Medicina Complementare, che permise la creazione nel 2011 del primo, e ancora unico in Italia, Ambulatorio di Osteopatia in regime di convenzione”.
Ci parli della sua formazione in ambito osteopatico.
“Dopo la laurea in Scienze Motorie e in Fisioterapia, ho conseguito la qualifica di osteopata, specializzandomi poi in osteopatia biodinamica e osteopatia pediatrica. Da quel momento mi sono dedicato principalmente all’osteopatia come sostegno alla salute dei piccoli pazienti, iniziando nel 2008 una collaborazione sempre più importante con l’AOU Meyer, partendo dal Dipartimento di Neurochirurgia grazie al supporto del Dottor Lorenzo Genitori, e poi collaborando con quasi tutti i Dipartimenti. Negli anni abbiamo portato avanti studi scientifici dedicati al ruolo del trattamento manipolativo osteopatico in ambito ospedaliero e nel 2011 è stato inaugurato il primo ed unico Ambulatorio di Osteopatia in regime di convenzione, sempre all’interno del Meyer. Nell’ottobre 2015, poi, è nata la Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica (SIOP) con sede a Firenze, in cui vengono formati osteopati che intendono dedicarsi professionalmente all’ambito pediatrico, grazie alla collaborazione con docenti di importanza internazionale: medici, chirurghi, docenti universitari e soprattutto osteopati di grande esperienza”.
Quali sono i problemi più diffusi in età pediatrica per i quali sarebbe bene rivolgersi all’osteopata?
“Le disfunzioni più diffuse per le quali solitamente i genitori si rivolgono all’osteopata, per il neonato sono i disturbi del sonno; il reflusso gastroesofageo, le coliche, una difficile suzione, stipsi, ma è anche molto diffusa nei primi mesi la plagiocefalia posizionale. Nel bambino più grande, invece, il trattamento osteopatico viene richiesto in presenza di dolori articolari, dolori della crescita e atteggiamenti scoliotici, ma anche per disturbi del linguaggio, dell’attenzione e del comportamento. Altre disfunzioni riguardano i possibili ritardi nelle tappe motorie, otiti frequenti, alterazioni dell’appoggio plantare, difficoltà nell’apprendimento scolastico, squilibri posturali e traumi in generale. L’osteopatia, in ogni caso, non lavora sulla singola disfunzione, ma sul sostegno alla salute per aiutare l’organismo a trovare i meccanismi di autoregolazione fisiologici”.
Il ruolo della prevenzione nei disturbi dell’apparato muscolo scheletrico. Quale apporto può dare l’osteopata?
“L’osteopatia può agire come approccio preventivo sia nel neonato a termine, prevenendo ad esempio complicanze dovute ad un travaglio complesso che possono ritardare il corretto sviluppo, o nel neonato prematuro, in questo caso per sostenere le funzioni dei vari apparati: da quello muscolo scheletrico a quello neurologico. Attraverso il trattamento osteopatico si possono favorire le tappe evolutive e lo sviluppo armonico del bambino fin dalle prime settimane di vita. Con un approccio delicato e non doloroso, si sostiene la salute dei piccoli pazienti, rendendoli capaci di sfruttare tutto il loro potenziale di autoregolazione sistemico”.
Che ruolo hanno i medici di famiglia e i pediatri in particolare, nella collaborazione con i professionisti osteopati?
“Bisogna partire dal presupposto che l’osteopatia lavora sulla fisiologia, non sulla patologia. Per questo motivo è molto importante un contatto stretto tra l’osteopata e il pediatra di riferimento, proprio per escludere tutte quelle problematiche che possono avere a che fare con eventuali patologie. Solo in quel caso è possibile prendere in carico il piccolo paziente ed effettuare dei trattamenti manipolativi osteopatici che sono sempre delicati e non dolorosi. Bisogna cioè aprire la porta ai meccanismi di autoregolazione fisiologici, che sono particolarmente efficaci nel bambino perché il suo corpo è “più puro”, meno influenzato da pregiudizi e aspettative”.
L’approccio verso il paziente nella cura osteopatica: quali sono le caratteristiche fondamentali del buon professionista in questo ambito?
“L’osteopata pediatrico deve sicuramente avere delle grandi competenze in ambito medico scientifico, una formazione professionale riconosciuta e un continuo aggiornamento in vari ambiti, ma soprattutto deve saper entrare in connessione con i piccoli pazienti e questo è l’aspetto più importante, ma anche forse il più difficile. In realtà è il paziente il nostro primo insegnante e dobbiamo metterci quindi nella condizione di saperlo ascoltare attraverso il corpo, legato sempre alla mente e allo spirito”.
Ci può citare altri studi scientifici di riferimento?
“Come dicevo, abbiamo fatto numerose ricerche. Un importante progetto che attirò attenzione sull’osteopatia in ambito ospedaliero è stato portato avanti dal 2014 al 2018, relativo alla valutazione dell’efficacia del Trattamento Manipolativo Osteopatico (TMO) nei pazienti pediatrici post intervento chirurgico afferenti alla Neurochirurgia, attraverso la valutazione del dolore post operatorio, del carico farmacologico, dei tempi di degenza e della qualità della vita e ripresa scolastica. Durante lo studio furono trattati oltre 800 bambini e i risultati furono molto positivi in ogni “end point”. Altri studi sono stati dedicati all’impatto del trattamento manipolativo osteopatico nei pazienti affetti da Talassemia Major, in cura presso il servizio di DH Oncoematologico dell’ospedale pediatrico Meyer, studio attualmente in corso di pubblicazione, e uno successivo dedicato alla valutazione sul dolore percepito e questionario sulla qualità della vita in bambini operati di appendicectomia, ricerca attualmente in fase conclusiva”.
Il team di Osteopatia Pediatrica.
“I progetti in corso sono seguiti quotidianamente da un team di osteopati che si è formato nel corso degli anni in sinergia nelle varie cliniche ospedaliere: Florinda Fracchiolla, Barbara Vanoli, Mattia Cervato, Romina Schievenin, Patrizia Abeni, Diletta Cotti, Andrea Vacchi, Marco Alberti, Filippo Gambelli. Si è inoltre recentemente creato un gruppo di dieci nuovi collaboratori dedicato alla formazione per diventare Tutor SIOP. La creazione e lo sviluppo costante di un team di collaboratori opportunamente formati è fondamentale per poter essere presenti in diverse strutture e portare avanti nuovi studi dedicati al sostegno alla salute dei piccoli pazienti”.