Mal di schiena: i benefici dell’osteopatia. Secondo i dati più recenti, il mal di schiena colpisce dal 60% all’80% degli adulti ed è la causa più rilevante di infermità lavorativa al di sotto dei 45 anni di età. Si stima che solo in Italia, 1 persona su 4 soffra di mal di schiena, una condizione che deprime, spesso in misura molto significativa, la qualità della vita di chi ne è colpito, e le cui cause non sono mai troppo facilmente individuabili. Ma quali sono le cause più diffuse del mal di schiena? Come si può prevenire? Inoltre, perché è così difficile individuare con precisione le cause del mal di schiena? SaluteToday ne parla con Carmine Castagna, direttore dell’Istituto Superiore di Osteopatia (Milano) e membro del Consiglio Direttivo dell’Osteopathic European Academic Network.
Direttore, perché è così difficile individuare le cause del mal di schiena?
“Il dolore muscolo-scheletrico legato al mal di schiena è in assoluto la causa di maggior consulto medico. Molto spesso, tra l’altro, il paziente con tale patologia si trova a essere rimbalzato da uno specialista all’altro, senza ricevere una diagnosi specifica, che trovi una spiegazione al dolore. Come non bastasse, le cure non sempre danno i benefici sperati.
Tutto ciò, ha una spiegazione: il mal di schiena o meglio, la lombalgia, è un fenomeno complesso che scaturisce dalla concomitanza di diversi fattori. Per la maggior parte delle persone con lombalgia, non è possibile identificare una causa specifica. Solo una piccola parte di esse ha una ben nota causa patologica, per esempio una frattura vertebrale, una neoplasia o un’infezione. Le patologie appena descritte sono, infatti, le poche che generano un dolore diagnosticabile in modo specifico. Nella stragrande maggioranza dei casi invece, ciò non è possibile. Ma se non è facile diagnosticare la causa della lombalgia, è altresì vero che è facile individuare i fattori esterni o le abitudini che possono provocarla“.
E quali sono allora i fattori esterni e le abitudini che provocano il mal di schiena?
“Lo stile di vita riveste senza dubbio un ruolo di primaria importanza. Si pensi all’attività fisica. La scarsità o la mancanza assoluta di attività fisica sono fattori predisponenti, che vanno cioè ad aumentare la possibilità di soffrire di lombalgia. E poi il fumo. Essere fumatori non rappresenta un problema unicamente per i polmoni, ma anche per la nostra schiena. È provata la relazione tra il fumo di sigaretta e il mal di schiena. Altri fattori che possono concorrere al mal di schiena sono di certo il sovrappeso e l’obesità, condizione che sovente troviamo associate alla presenza di lombalgia”.
Si sostiene che un ruolo significativo possano rivestirlo anche alcuni fattori psicologici. È corretto?
“Sì, è corretto. La depressione, tra tutti, può essere un fattore che aggrava o impedisce di curare la lombalgia. La tendenza a trattare un problema come fosse una catastrofe, per esempio, va mitigata, perché impedisce al paziente di affrontare la patologia in modo costruttivo, con l’obiettivo di tornare, nei limiti del possibile, a vivere una vita piena e serena. In questi casi è fondamentale la volontà e la collaborazione del paziente, oltre ovviamente alla competenza del terapista.
E poi occorre sfatare alcuni miti che spesso risultano dannosi. Uno su tutti? «Ho mal di schiena e dunque devo star fermo». Niente di più sbagliato. La riduzione del movimento e la sedentarietà sono fattori che, lungi dal favorire la nostra guarigione, peggiorano la lombalgia. Non bisogna dunque aver paura di muoversi, sollevare pesi e fare attività fisica perché la schiena non si danneggia correndo o andando in palestra. Anzi, queste attività sono ottime e consigliabili soprattutto se si soffre di lombalgia. La sedentarietà, l’inattività, il riposo prolungato, queste sì che sono pratiche da evitare”.
A spaventare, quando si è alle prese col mal di schiena, è spesso l’ernia del disco. È un timore giustificato?
“Ernie, protrusioni, artrosi, assottigliamento dei dischi intervertebrali non sono per forza causa di dolore. È vero, spesso la presenza di degenerazioni delle vertebre o dei dischi intervertebrali spaventa e preoccupa, ma finora non è stata rilevata alcuna correlazione diretta tra la presenza di questi segni e il dolore. Se 100 persone dovessero dovessero sottoporsi a una radiografia, oltre 80 avrebbero segni di degenerazione. Già a partire dai 30 anni di età, infatti, tali degenerazioni sono presenti, ma solo in pochissimi casi sono realmente correlate al dolore. Nella maggior parte dei casi, il problema più grande è dato dal fatto che esse generano preoccupazioni e paura di muoversi. Negli ultimi anni è stato dimostrato che la paura di muoversi aumenta la possibilità che il dolore diventi cronico o persistente“.
Mal di schiena: i benefici dell’osteopatia
Che ruolo può avere l’osteopatia nel curare o prevenire il mal di schiena?
In questo ambito, l’osteopatia ha un ruolo fondamentale. Attraverso le manipolazioni si può infatti riacquistare fiducia nel proprio corpo e nella mobilità. Molto spesso, più che un blocco meccanico, si instaurano nel corpo blocchi difensivi, ovvero atteggiamenti inconsci di protezione che limitano il movimento. Attraverso tecniche di vario genere, a partire da quelle strutturali e passando per quelle fasciali, viscerali e craniche, l’osteopata e il paziente instaurano un percorso terapeutico che porta a una maggiore consapevolezza del proprio corpo: riaccendendo aree sensoriali a livello corticale che, in una sorta di sblocco cognitivo comportamentale, permettono un controllo maggiore, dando la possibilità di riprendere l’attività fisica senza eccessive paure o preoccupazioni.
Carmine Castagna
Carmine Castagna, Direttore dell’Istituto Superiore di Osteopatia, consegue nel 2008 il DO e il Bachelor of Science in Osteopathy rilasciato dalla University of Wales iniziando la sua esperienza come docente in ambito strutturale, ragionamento diagnostico e medicina osteopatica presso l’ISO. Dal 2010 è Direttore dell’Istituto Superiore di Osteopatia ed è tutt’ora membro del Consiglio Direttivo dell’Osteopathic European Academic Network e fa parte del team di lavoro del Registro degli Osteopati d’Italia che sta lavorando alla definizione delle core competences e del profilo professionale dell’ Osteopata. Nel 2014 è tra i primi Osteopati italiani a conseguire con successo il Post Graduate Certificate in Academic and Clinical Education organizzato dalla The British School of Osteopathy, dove amplia, consolida e certifica le competenze nell’ambito della formazione osteopatica. Frequenta inoltro nel 2017 in Postgraduate Certificate Postgraduate Certificate in ambito Specialistico Pediatrico della British School of Osteopathy. Carmine Castagna è Direttore ISO e Direttore Didattico del Master of Science in Advance Osteopathic Practice, Responsabile del Postgraduate Certificate in ambito della Medicina dello Sport e, insieme a Matteo Turinetto, DO, MSc, PgCert EDU, è Responsabile del Postgraduate Certificate in Insegnamento Osteopatico.