lunedì 9 Settembre 2024

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L’osteopatia nel mondo del calcio: intervista a Maurizio Brecevich

A tu per tu con l'osteopata della Lazio

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L’osteopatia nel mondo del calcio: intervista a Maurizio Brecevich, osteopata della Lazio. I giocatori della Lazio potranno contare su un nuovo osteopata. Si chiama Maurizio Brecevich ed è stato chiamato dalla società bianco celeste nello staff sanitario della squadra lo scorso settembre. Si chiama Maurizio Brecevich, meglio noto come “Mago della caviglia”. E se a rifilargli questo soprannome è stato un allenatore come Zdeněk Zeman, il team laziale può dormire sogni tranquilli. Ma c’è di più, viene dalla Roma e prende il posto di Riccardo Contigliani, dimessosi durante il ritiro di Marienfeld. Il nostro periodico Osteopatia Magazine lo ha intervistato. Riportiamo anche noi la sua intervista.

L’osteopatia nel mondo del calcio: intervista a Maurizio Brecevich

Chi è Maurizio Brecevich? Ci racconti la sua storia.

“Sono nato a Roma nel 1970, sono sposato e ho due figli. Dopo il diploma di maturità mi sono iscritto al corso di laurea di primo livello in fisioterapia ed ho poi conseguito la magistrale in Scienze della Riabilitazione. Ho svolto il servizio militare nel gruppo sportivo della Marina Militare e ho iniziato a lavorare come fisioterapista, ma ho subito deciso di continuare ad approfondire gli studi iscrivendomi al corso di Osteopatia presso l’Osteopathic Research Institute di Lione. Un secondo titolo, sempre in Osteopatia l’ho preso in seguito alla scuola francese EFSO. Ho seguito molti corsi di aggiornamento e formazione professionale. Oggi svolgo attività in proprio, come osteopata e fisioterapista. Dal 2002 lavoro come fisioterapista all’Ospedale S.Eugenio di Roma, presso il Dea di Ortopedia e Traumatologia, ho lavorato presso gli IFO, Istituti Fisioterapici, e in alcuni istituti di cura di natura privata. Ho collaborato con diverse società sportive anche per il trattamento riabilitativo: in acqua per bimbi cerebrolesi e portatori di patologiche distrofico-Muscolari. Nel 2009 ho iniziato a collaborare con l’As Roma come Osteopata per la prima squadra che ho seguito fino al 2015. E adesso alla Lazio”. 

Come arriva a lavorare nel mondo del calcio?

Sono sempre stato vicino al mondo dello sport, ho praticato nuoto con ottimi risultati partecipando a manifestazioni agonistiche a livello  nazionale ed internazionale, poi tennis, calcio e calcetto.

Prima di intraprendere l’avventura con la Roma e con la Lazio, avevo già collaborato con diverse società sportive. Nel 2009 sono stato contattato dalla As Roma, e ho seguito la squadra per circa 7 anni trattando tanti campioni che hanno giocato o ancora giocano nelle file giallorosse. Ora, la nuova esperienza della Lazio. Ho iniziato da poco e ho trovato da subito un ambiente sereno. Certo, come con la Roma prima, anche con la Lazio bisogna fare i conti con le pressioni. Mi spiego meglio, Roma è una città dove i tifosi il calcio lo sentono moltissimo… e le aspettative sono molto alte. Si deve fare i conti con l’ambizione. In ogni caso c’è lo spirito giusto per fare bene”.

L’osteopatia nel mondo del calcio. Quali sono le maggiori difficoltà nell’approccio con gli atleti? Quanto si ha paura di sbagliare?

“Giocando a pallone anche se non ad alti livelli professionistici, si acquisiscono elementi utili per comprendere la mentalità degli atleti, le loro paure, l’ansia, l’ambizione, le loro necessità e la voglia di puntare in alto. I calciatori sono come diamanti, è vero. Oggi il calcio è più o meno come una grande industria, le squadre potremmo considerarle come delle aziende, un volano importante per l’economia, perché intorno al successo di un calciatore e di una squadra c’è tutto un importante lavoro di gruppo in termini di cura della persona, immagine, strategia e tattica. E per fare tutto questo, ci vogliono persone esperte e competenti. In una società di calcio tutti sono importanti, dall’usciere al presidente, perché tutti, devono contribuire a rendere il clima sano e disteso per fare  in modo che i giocatori scendano in campo tranquilli portando a casa i risultati sperati. Il mio ruolo, come quello di tutto lo staff medico, è certamente delicato: si curano persone le cui capacità professionistiche hanno un grande valore.

L'Osteopatia nel mondo del calcio
Maurizio Brecevich con Ciro Immobile

Ma un buon osteopata, fisioterapista, massaggiatore o medico che sia, deve essere una figura di riferimento, il garante e tutore delle buone condizioni di un atleta. Per questo, l’osteopata non deve avere paura perché il calciatore ha bisogno del suo lavoro, del suo incitamento, degli stimoli giusti e di fiducia. Se ho avuto paura quando mi è capitato di trattare pazienti come Francesco Totti o ne ho adesso, davanti a Immobile o Milinkovic? Certo che no! Loro sono dei campioni del calcio, è vero, ma sono uomini come me e fra uomini ci si aiuta, ci si incoraggia e insieme si superano le difficoltà. Un calciatore va aiutato a guarire non solo a livello manuale ma anche convincendolo che effettivamente, può guarire. 

La forza di volontà è fondamentale e il mio compito è anche quello di stimolare gli atleti, che sono poi dei ragazzi, non dimentichiamolo. A crederci dobbiamo essere in due due: l’atleta ed io. Il calciatore deve metterci la testa, oltre che il fisico, io la mia professionalità e la capacità di convincere chi si affida a me che ce la può fare”. 

L’osteopatia ne mondo del calcio: quali i problemi più diffusi e quale l’approccio ideale?  

“Sono sempre di più le società professionistiche che si rivolgono agli osteopati. Lo scopo è quello di migliorare le fasi di recupero di traumi e infortuni degli atleti e di introdurre un sistema di cura, alternativo alle cure tradizionali. Il trattamento osteopatico può accelerare il recupero degli infortuni, senza forzature però. Ed è estremamente utile anche nella fase preparatoria delle partite. L’osteopatia nel mondo del calcio sta assumendo un’importanza fondamentale, ed in generale nei team sportivi in diverse discipline: è utile per il trattamento di disfunzioni fisiologiche e, in particolare, il trattamento manipolativo consente di ripristinare le condizioni del paziente e di aiutarlo a ritrovare il giusto equilibrio fisico. L’equilibrio è un po’ la parola chiave di noi professionisti che attraverso l’uso delle mani, senza strumentazioni o farmaci, riusciamo ad aiutare un atleta nel suo percorso curativo. Inoltre, nel campo calcistico la presenza dell’osteopata consente di prevenire negli atleti traumi sportivi che possono causare lesioni da carico errato o sovraccarico, o ancora, abitudini di postura che poi possono risultare gravose. Così, l’osteopata agisce sul calciatore trattando traumi distorsivi, infiammazioni tendinee, problematiche di tipo posturale, problemi muscolari. L’osteopata individua squilibri biomeccanici e risolve anche disturbi di tipo neurofisiologico nello sportivo in quanto agisce sulla struttura articolare, fasciale, viscerale, cranio sacrale. Insomma, l’osteopata sembra ormai essere diventata una figura indispensabile nel pre-gara, ma anche nel post gara, contribuendo alla salute del calciatore ed evitando eventuali recidive degli infortuni. Il tutto, agendo in collaborazione con lo staff medico”.

Brecevich, perché ha deciso di fare l’osteopata?

“Ho deciso di approfondire gli studi sull’ osteopatia perché in un momento particolare della mia vita ho ritenuto che tutto quello che avevo fatto in precedenza non mi bastasse più. Volevo puntare a qualcosa di nuovo, di innovativo, di ancor più utile. Per questo motivo, sono andato in Francia a scoprire questo nuovo metodo di cura e ho capito che è una specie di arte. Ci devi mettere del tuo. E con l’osteopatia ho trovato quello che faceva per me: ho potuto dedicarmi alla cura della persona con un approccio diverso, basato sulla capacità di usare le mie mani come se fossero una medicina. Posso assicurare che è una sensazione di grande soddisfazione vedere un campione di calcio guarire dopo aver studiato con lui un piano terapeutico e accorgersi che ti ha seguito al meglio, ottenendo i risultati sperati. 

Un sogno nel cassetto?

“So che può sembrare strano, ma non ho un vero e proprio sogno nel cassetto. Un desiderio sì, quello ce l’ho: ho studiato molto, sto raccogliendo i frutti di quanto ho seminato lavorando sodo. Il mio desiderio è quello di invecchiare bene accanto alle persone che hanno un ruolo fondamentale nella mia vita e che mi sostengono ogni giorno.

E una squadra dei sogni? La sua formazione perfetta. Ne avrà una…

“Non ho una vera e propria squadra del cuore perché del calcio amo tutto; mi piace il calcio migliore. Quello che potrebbe essere sicuramente paragonabile all’esperienza del Milan di Arrigo Sacchi. Pensando ad una mia formazione ideale di calciatori, senza voler togliere nulla a tutti i bravi professionisti che hanno militato o militano ancora oggi nel campionato italiano, potendo scegliere, direi ancora: Galli, Ancelotti, Maldini, Filippo galli, Baresi, Van basten, Colombo e poi Pirlo, Gullit, Massaro, Donadoni, Costacurta e Virdis. Tanto per citare i principali.

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