lunedì 25 Settembre 2023

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Paracetamolo in gravidanza: secondo uno studio occorre limitarne l’assunzione

Un lavoro di revisione della letteratura scientifica raccomanda di utilizzarlo unicamente dietro indicazione medica e per brevi periodi.

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Il paracetamolo, medicinale da banco utilizzato molto comunemente in presenza di febbre e di dolori di varia natura, è un farmaco cui ricorrono anche molte donne in gravidanza. Si calcola che ben il 50% delle mamme in attesa ne faccia usa. Un lavoro di revisione della letteratura scientifica, che ha coinvolto studi condotti a partire dal 1995 e fino al 2020, analizzati dai ricercatori dell’Università di Copenaghen, pubblicato sulla rivista Nature Reviews Endocrinology raccomanda però di utilizzarlo unicamente dietro indicazione medica, per periodi non troppo lunghi e alla dose più bassa possibile.

Secondo David Kristensen dell’Università di Copenaghen è necessario fare ricerca attorno ai possibili effetti avversi del paracetamolo sullo sviluppo del feto. Il lavoro di revisione ha valutato tutti gli studi su animali e di laboratorio e anche gli studi epidemiologici su donne e bambini. È emerso un possibile legame tra problemi di sviluppo neurologico, urogenitale e riproduttivo e uso di paracetamolo in gravidanza; un rischio che va valutato con ricerche ad hoc e studi epidemiologici su vasta scala.

“La Food and Drug Administration e la European Medicines Agency – conclude Kristensen – dovrebbero revisionare tutti i dati disponibili sia di tipo epidemiologico sia sperimentale per stilare una valutazione del rischio basata sull’evidenza, per informare le pazienti e i medici che spesso sottovalutano l’uso del paracetamolo durante la gravidanza”.

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