Qualità della vita: il ruolo primario della Chiropratica. Nel mondo occidentale la maggior parte delle persone associa la qualità della vita a fattori socioeconomici. Io sono nato e cresciuto nel mondo occidentale e quindi conosco l’importanza di questa associazione. Tuttavia, avendo dedicato la maggior parte della mia vita alla Chiropratica, ho rivalutato tutto ciò che ha una componente funzionale dando maggior importanza proprio a questa.
Qualità della vita: il ruolo primario della Chiropratica
La qualità dovrebbe essere sempre indipendente dall’apparenza. L’apparenza può rappresentare il reale valore di una cosa ma non è scontato che lo faccia. La qualità della vita deve essere valutata in base a dati oggettivi di funzionamento dell’individuo piuttosto che in base a fattori socioeconomici. Se associamo la parola “funzionamento” alla parola “vita” allora cominciamo a parlare di Salute con la S maiuscola. La Salute è il risultato del funzionamento dell’individuo a livello meccanico, chimico ed emozionale. Se un essere vivente funziona bene in questi tre settori, è probabile che percepisca di avere una buona qualità della vita, cioè una qualità di vita al di sopra della media, indipendentemente dalla sua situazione socioeconomica.
Cosa c’entra la Chiropratica con la qualità della vita?
Se la qualità della vita è legata e dipendente da fattori socioeconomici, c’entra poco o niente. Se invece la qualità è legata a come funzioniamo e quindi alla Salute, c’entra tantissimo. Io credo in questa connessione e cerco di renderla evidente a tutti i miei pazienti. Comunicare ai pazienti questo concetto può essere difficile perché il consenso generale è quello sopra espresso, cioè che la qualità della vita sia maggiormente legata a fattori socioeconomici, che la Salute sia più legata alla sensazione momentanea, e come funzioniamo sia indipendente da queste valutazioni.
Perfino il ruolo del dottore in Chiropratica in alcuni casi è ambiguo. Ci si reca dal dottore quando si hanno dei sintomi, e quasi sempre ci si reca dal dottore in Chiropratica quando si hanno dolori di origine muscolo-scheletrica. In molti casi siamo noi stessi Chiropratici ad alimentare la confusione perché il nostro ruolo sembra essere più dipendente da quello che ci hanno insegnato al College di Chiropratica piuttosto che a quello che è stato “scoperto” e tramandato dai fondatori della professione.
Chiropratica: i principi fondamentali della professione
Per trovare una definizione unitaria e unificante basterebbe partire dalle nostre origini e trattarle come la Costituzione di questa bellissima professione. Spesso questo concetto viene interpretato come un legame dogmatico con il passato della Chiropratica. In realtà, l’unico legame necessario è quello con i principi fondamentali della nostra Professione. Principi che la mantengono unica e distinta. Nel contempo è necessario progredire. Dedico molto del mio tempo a partecipare a seminari in tutto il mondo, per poter meglio applicare proprio quei principi chiropratici ai casi clinici più complicati. Quindi, avendo ben chiaro in mente lo scopo del dottore in Chiropratica definito da DD Palmer, BJ Palmer and RW Stephenson, diventa chiaro e inequivocabile che la Chiropratica ha un effetto reale e tangibile sulla qualità della vita dell’individuo. Infatti, la Sublussazione causa sempre una situazione di dis-agio. Questa situazione di dis-agio è oggettiva e misurabile con i parametri chiropratici, ma spesso non è riconosciuta dalla medicina convenzionale, semplicemente perché questa ha un ruolo e uno scopo legati alla patologia più che all’ottimizzazione del funzionamento dell’individuo.
Ricordiamo che proprio grazie alla definizione di Chiropratica dei nostri padri fondatori e al loro operato, la Chiropratica si è diffusa da Davenport – Iowa, una cittadina del Midwest statunitense sconosciuta alla maggior parte degli stessi americani, a tutti i 5 continenti, diventando la seconda professione sanitaria per numero di persone che la utilizzano e addirittura, secondo certe statistiche, la prima per numero di visite complessive.
Qualità della vita: la percezione del paziente
Tornando alla percezione del paziente della propria qualità di vita, è ovvio che se il paradigma di valutazione è solo legato al dolore, diventa difficile valutare se il funzionamento è ottimale. È anche vero che una valutazione inequivocabile di come stiamo funzionando di momento in momento è difficile per non dire impossibile. Vari studi hanno suggerito che forse il parametro più significativo per capire la funzionalità dell’individuo è come riposa di notte. Da uno studio approfondito su atleti di alto livello è risultato che il parametro che meglio prediceva il livello di performance atletica era proprio la qualità del riposo. Conosciamo tutti persone che non hanno dolore ma si svegliano stanche perché non riescono a riposare adeguatamente.
L’obiettivo della Chiropratica è il funzionamento ottimale del sistema nervoso. La lesione chiropratica è la Sublussazione Vertebrale che classicamente viene definita come un’interferenza all’espressione ottimale dell’Impulso Mentale. Forse la miglior descrizione scientifica ad oggi in nostro possesso è una forma di interferenza neurologica. Dopo circa 25 anni di pratica clinica e di confronto costante con colleghi anche più esperti di me, la spiegazione Neurologica è adeguata ma non completamente soddisfacente, cioè gli effetti dell’Aggiustamento Chiropratico, dove per Aggiustamento si intende la manovra manuale fatta per “correggere” la Sublussazione Vertebrale, vanno spesso al di là di quello che si può giustificare con l’interferenza che la vertebra sublussata può avere sul nervo. Per questi motivi è meglio lasciare la spiegazione e la quantificazione di quello che osserviamo clinicamente agli “scienziati”, continuando a divulgare la verità clinica che la Chiropratica può svolgere un ruolo primario nel miglioramento della qualità della vita.
Andrea Cecchi, DC
Consegue nel 1998 la laurea in Doctor of Chiropractic magna cum laude al Northwestern College of Chiropractic di Minneapolis. Dal 2002 al 2011 ricopre la carica di Vice Presidente dell’Associazione Italiana Chiropratici. Ha partecipato con la Federazione Italiana Nuoto alle Olimpiadi di Atene 2004 e, nel 2007 ai Campionati Mondiali di Nuoto di Melbourne. Molti i suoi successi da nuotatore: dieci volte campione italiano assoluto nei 100 e 200 rana. Primatista nazionale nei 100 e 200 rana. Esercita la sua professione di chiropratico dal 1999 nel suo studio a Torino.