Sedersi inginocchiati fa bene. La seduta kneeling. Sedersi in una posizione simile a quella di un inginocchiatoio fa bene alla salute. Non è una novità. Quella di sedersi adottando una postura simile è infatti una pratica che può essere fatta risalire a secoli fa, alle antiche tradizioni buddiste o al tradizionale stile di seduta seiza giapponese. Un concetto ripreso in epoca moderna nella seconda metà degli anni Settanta in Norvegia, quando Hans Christian Mengshoel, si propose di rispondere a una specifica domanda: è possibile sedersi in modo più equilibrato?
Attraverso l’osservazione e la ricerca, Mengshoel scoprì che un sedile leggermente inclinato in avanti incoraggia una postura naturale, offre una maggiore mobilità e allevia la pressione indesiderata. Nacque così il concetto di sedia Balans, da cui poi ebbe sviluppo la sedia kneeling, innovazione destinata a segnare una data fondamentale nella storia del design norvegese. Una sedia senza schienale, con due slitte in legno curve, un sedile inclinato verso il basso e un set di cuscini per appoggiare gli stinchi. Il tutto a formare una seduta che unisce il design innovativo e tipico dei paesi nordici alla capacità di garantire mobilità anche da seduti, a tutto vantaggio della nostra postura e del nostro benessere.
La seduta kneeling: il parere del chiropratico
Ma quali sono i reali vantaggi dell’adottare una seduta kneeling? “Il primo vantaggio – spiega Manuel Mazzini, dottore chiropratico in Milano, già segretario dell’Associazione Italiana Chiropratici e titolare dello studio Milano Chiropratica – è quello di favorire la lordosi lombare e di conseguenza scaricare il peso gravitazionale su più dischi intervertebrali. Quando ci sediamo su di una sedia tradizionale – prosegue Mazzini – il peso gravitazionale che l’ultimo disco lombare deve sostenere aumenta di un terzo, mentre adottando la seduta kneeling lo stesso peso è suddiviso tra tutti i dischi della regione lombare“.
Seduta kneeling: il parere di Angelo Mandrini, da oltre 40 anni nel mondo dell’ergonomia
Anche Angelo Mandrini, imprenditore, da oltre 40 anni nel mondo dell’ergonomia della seduta, Amministratore di Varier Italia azienda specializzata in sedute ergonomiche, poltrone relax e arredi di design norvegese, evidenzia le differenze che corrono tra il sedersi tradizionalmente e l’utilizzo della seduta kneeling.
“Quando sei seduto su una sedia tradizionale, il tuo corpo forma una specie di ‘H’ e i fianchi si posizionano con un angolo chiuso di 90 ° o meno”, spiega l’imprenditore piemontese. “Una sedia kneeling con un sedile inclinato verso il basso – prosegue Mandrini – dà modo ai fianchi di restare in una posizione con un angolo aperto di circa 110°. Ciò consente alla colonna vertebrale di assumere la curvatura naturale che presenta quando siamo in piedi anche mentre siamo seduti. Invece di chinarti sulla scrivania, puoi semplicemente spostare il peso inclinandoti in avanti e la sedia ti seguirà, senza sottoporre la colonna vertebrale a sforzi inutili”. Benefìci che vanno al di là della nostra stessa schiena. “La kneeling – precisa Mandrini – è anche utile per il collo e le spalle. Hai piena libertà di movimento per le braccia e, allargando il torace, più spazio per lo stomaco e gli organi interni, cosa che ti darà una respirazione più facile e profonda”.
La postura attiva
La ricerca scientifica ha chiarito da tempo che stare seduti fermi, per periodi superiori alle tre ore quotidiane consecutive, può comportare l’insorgenza di numerosi disturbi di carattere muscolare e scheletrico alla colonna vertebrale, e circolatori agli arti inferiori. Ciò perché il nostro corpo non è concepito per stare fermo ma per muoversi, per opporsi alla staticità. C’è dunque bisogno, sostiene Mandrini “di progettare e produrre sedie che si muovano con il corpo, che dondolino, girino su sé stesse, sfidino i preconcetti sul modo di sedersi. E quando si progetta una nuova sedia, occorre sempre avere ben chiara in mente la filosofia del movimento“. Movimento che, nel caso della seduta kneeling, può avere benefìci di lungo termine. Li evidenzia il dr. Mazzini: “I benefìci a lungo termine di una postura migliore sono molteplici. Una migliore distribuzione dei carichi gravitazionali permette ai muscoli della colonna vertebrale di essere meno affaticati e alle articolazioni di essere meno sollecitate evitando artrosi precoci e ernie del disco.
Una recente ricerca scientifica ha dimostrato che avere una postura con il collo flesso in avanti è pericoloso e riduce – prosegue il chiropratico milanese – le aspettative di vita come il fumare un pacchetto di sigarette al giorno. Una sedia kneeling – conclude – incoraggia una postura seduta attiva, che ci spinge a rinforzare la schiena e i muscoli addominali. Perché saranno i muscoli a sopportare il peso della parte superiore del corpo, e non più la colonna vertebrale. Lo sforzo sulla schiena mentre si è seduti viene alleggerito e nello stesso tempo si sviluppa un maggiore equilibrio”.
“D’altronde -gli fa eco Mandrini- le nostre gambe e i nostri piedi hanno la responsabilità primaria di farci muovere. Con la seduta tradizionale, i piedi sono spesso dimenticati, e siamo costretti a sederci a gambe incrociate o cercare freneticamente un posto adatto dove appoggiarli. Una sedia kneeling, invece, invita tutto il corpo a muoversi. La curvatura dei pattini in legno ci spinge a trovare e a mantenere l’equilibrio, e qualsiasi spostamento del peso o dei piedi ci metterà in movimento spostandoci in una nuova angolazione. Ciò fa sì che i piedi cambino posizione costantemente. Questo uso frequente e dinamico dei muscoli delle gambe facilita il flusso di sangue verso il cervello, cosa che influenza positivamente i livelli di energia, la capacità di concentrazione e il senso generale di benessere”.