martedì 10 Dicembre 2024

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Stitichezza e osteopatia: uno studio dice sì

I risultati di uno studio condotto dall'osteopata Irene Vecchi al CIO Collegio Italiano di Osteopatia di Parma confermano l'efficacia dell'osteopatia come rimedio alla stitichezza

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Stitichezza e osteopatia: uno studio dice sì. La stitichezza o stipsi è un disturbo della defecazione che consiste in un’anomalia del transito intestinale con ritardo dell’evacuazione delle feci. Si tratta di una problematica comune che interessa in media circa il 15% della popolazione globale. Sebbene i medici definiscano spesso la stitichezza in base alla frequenza delle feci, i pazienti la considerano come un disturbo multi sintomo che include movimenti intestinali poco frequenti, feci dure/grumose, tensione, gonfiore, sensazione di evacuazione incompleta dopo un movimento intestinale e fastidio addominale.

Per ciò che riguarda la sua epidemiologia, ovvero le modalità di insorgenza, di diffusione e di frequenza della costipazione è stata dimostrata una prevalenza della condizione clinica nel genere femminile rispetto a quello maschile, e negli anziani in particolare dopo i 65 anni di età. Anche le cause spesso risultano essere legate a un ridotto consumo di fibre, alla mancanza di un’adeguata assunzione di liquidi oltre che di ridotta o nulla attività fisica o movimento in genere.

Possiamo distinguere una stitichezza secondaria/sintomatica e una stitichezza primaria/funzionale. Per quanto riguarda la stitichezza secondaria esistono numerose condizioni in cui la stitichezza compare come sintomo collaterale di malattie di fondo, sia gastrointestinali (ulcera, gastrite ipersecretiva, insufficienza epatobiliare, stenosi intestinali di origine infiammatoria o neoplastica, appendicite acuta, peritoniti ecc.) sia extraintestinali (coliche renali o epatiche, lesioni nervose, intossicazioni, malattie infettive ecc.). In questo caso, la guarigione, se possibile, della patologia alla base, sarà di aiuto nello sblocco della situazione intestinale. La stitichezza primaria, insorge, in genere, già nella giovinezza, trascinandosi poi con fasi alterne di remissione e riacutizzazione per lunghi anni. Con ogni probabilità, le cause sono legate ad una diminuita funzionalità di quel complesso di cellule e fibre nervose situate nella parete intestinale, che ne controllano la motilità. Altre volte il “guasto” può interessare i nervi che arrivano all’intestino che stimolano o rallentano la contrazione intestinale.

Microbiota e microbioma: cosa c’entrano con la stitichezza?

In questi ultimi anni si sta ponendo particolare interesse allo studio del microbiota intestinale, le cui deviazioni sembrerebbero essere legate allo sviluppo di molte malattie. Ma che cosa sono? Per microbiota si intende la popolazione di microrganismi (batteri, funghi, protozoi e virus) che colonizza un ambiente in un determinato tempo. Per microbioma si intende la totalità del patrimonio genetico espresso dal microbiota.
Il corpo umano è abitato da un numero di microrganismi 10 volte superiore rispetto al numero di cellule che lo compongono e la maggior parte di essi si trova nel tratto gastrointestinale. Altri siti principali di colonizzazione sono rappresentati da bocca, vagina e pelle. I dati accumulati fino ad ora indicano che il microbiota intestinale comunica con il sistema nervoso centrale. La composizione anormale del microbiota gastrointestinale può causare l’interruzione di questa comunicazione portando a cambiamenti nella motilità intestinale.

Stitichezza: cosa può fare l’osteopatia per combatterla?

Diversi studi dimostrano come il trattamento manipolativo osteopatico può migliorare il funzionamento del colon normalizzando il sistema nervoso autonomo, tramite la ricerca e quindi la manipolazione delle aree del corpo in cui si verificano delle restrizioni di mobilità (come a livello della colonna vertebrale) a cui a volte possono essere associate delle alterazioni funzionali di organi e visceri per la continuità fasciale e neurologica che le mette in comunicazione tra loro. L’osteopata si occupa di ripristinare quella situazione di equilibrio del corpo che per qualche ragione risulta alterata e che nel tempo puó portare alla comparsa dei sintomi. La manipolazione osteopatica si è dimostrata efficace nella riduzione dei sintomi della stitichezza, dell’uso di lassativi, del tempo di transito del colon e del miglioramento complessivo dei punteggi relativi alla qualità di vita, grazie alla risoluzione delle tensioni muscolari, dei visceri e delle strutture che compongono la cavità addominale.

Osteopatia e stitichezza: lo studio del CIO Collegio Italiano di Osteopatia

Risultati di uno studio clinico sull’efficacia del trattamento manipolativo osteopatico (OMT). Il mio progetto di ricerca svolto al CIO di Parma si proponeva l’intenzione di verificare se il trattamento osteopatico mirato al riequilibrio del sistema nervoso neurovegetativo e quindi della circolazione sanguigna e linfatica potesse avere effetti nella decongestione dell’intestino e/o dei sintomi associati alla stipsi cronica funzionale.

Osteopatia e stitichezza
Immagine CIO – Collegio Italiano di Osteopatia

La ricerca è stata focalizzata al trattamento di pazienti di sesso femminile di età compresa tra i 18 e i 65 anni che presentavano stipsi cronica funzionale. Il trattamento si è svolto in 7 sedute a distanza di una settimana una dall’altra; intervallato da una pausa di tre settimane per poi concludere con 1 seduta finale di controllo. Tutte le sedute sono state effettuate seguendo una linea di trattamento comune che rimuovesse in primis le alterazioni degli input nervosi a distanza, per poi liberare dalle tensioni le aree più locali addominali e peri addominali. I cambiamenti nella fisiologia intestinale di ogni paziente sono stati esaminati nel corso di 10 settimane totali.

Osteopatia e stitichezza: i risultati dello studio

I risultati di questa ricerca sono stati promettenti; essi giustificano l’ipotesi che il trattamento osteopatico possa avere un effetto vantaggioso per i soggetti che soffrono di costipazione cronica funzionale, in quanto in ognuna delle pazienti trattate sono stati rilevati significativi miglioramenti sia nella frequenza delle evacuazioni, così come nei sintomi addominali (dolore e gonfiore), nella consistenza delle feci e nei sintomi più aspecifici, compresa la diminuzione dell’uso di erbe favorenti il transito intestinale; con beneficio sulla qualità della vita quotidiana. Il ruolo dell’osteopata in questo senso, può essere un’alternativa valida, o per lo meno di affiancamento alla comune terapia medica; con una presa in carico multidisciplinare volta alla cura del paziente nella sua totalità.

Irene Vecchi

Irene Vecchi DO Osteopata
Irene Vecchi, DO – Foto CIO Collegio Italiano di Osteopatia

Irene Vecchi è Osteopata, diplomata presso il CIO Collegio Italiano Osteopatia. Collabora presso lo stesso istituto. Ha seguito numerosi corsi di specializzazione. Lavora come osteopata libera professionista a Reggio Emilia.

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