Infiammazione cronica di basso grado: allenarsi per combatterla. Com’è noto l’infiammazione è la risposta adattativa del nostro corpo quando siamo in presenza di un danno dovuto ad agenti lesivi di varia natura, quindi un meccanismo di difesa del nostro organismo che tenta di autoripararsi. Può essere acuta, risolversi in tempi rapidi oppure durare nel tempo ma siamo abituati a riconoscere uno stato infiammatorio e perlopiù sappiamo come affrontarlo, quantomeno rivolgendoci al medico. Una consistente percentuale di persone soffre però, più o meno consapevolmente, di quella che viene definita Infiammazione cronica di basso grado (o LGI, Low Grade Inflammation), una condizione differente e di più complessa definizione.
Intorno a questo argomento la ricerca è ancora molto attiva e l’interesse scientifico molto elevato. Intanto possiamo descriverla come infiammazione sistemica tendente alla cronicizzazione che si contraddistingue per la combinazione di sintomi fastidiosi (a volte molto fastidiosi) ma non invalidanti, di non facile soluzione, che interferiscono con il nostro benessere.
I sintomi
Alcuni dei sintomi più diffusi sono i disturbi del sonno (insonnia, risvegli…), problemi del tratto gastro intestinale (bruciore, gonfiore, colon irritabile…), disturbi dell’umore, dolori articolari e l’elenco potrebbe continuare a lungo. È intuitivo comprendere come questi sintomi si influenzino a vicenda autoalimentandosi ed è interessante osservare come si sia creato consenso tra i professionisti della salute, siano essi fisioterapisti, alimentaristi o psicologi (per citare diversi campi della cura della persona), nel considerare la LGI un fattore di rischio per la salute psicofisica nel lungo termine e predittiva di una terza età più complicata.
Infiammazione cronica di basso grado: la causa
È difficile riassumere le ragioni di questo disturbo in una sola parola poiché come abbiamo visto si tratta di un mosaico composto da tante tessere ma possiamo trovare una sintesi se parliamo di “stile di vita”. Infatti l’infiammazione cronica di basso grado sembra essere il prodotto di errate abitudini alimentari, ritmi di vita disordinati, posture scorrette o dannose, tensioni emotive, elementi stressogeni vari che protratti nel tempo senza soluzione di continuità producono e alimentano lo stato infiammatorio. Le linee guida suggeriscono pertanto che occorre metter mano -con fiducia, convinzione e costanza- al proprio stile di vita, curando l’alimentazione, stimolando in modo adeguato il nostro sistema nervoso, prendendosi cura della propria emotività e allenandosi. E qui veniamo al punto che ci riguarda perché l’esercizio fisico entra a pieno titolo nel menù delle azioni di cura consigliate o addirittura prescritte per rispondere alla LGI. Ma vediamo in che modo il movimento sostiene i processi anti infiammatori.
Infiammazione cronica di basso grado: allenarsi per combatterla
- con l’allungamento muscolare e con la respirazione inviando al cervello segnali di allentamento della tensione e facilitando il rilassamento (ricordiamo che il cervello non è soltanto l’inviante di messaggi verso il corpo ma anche il recettore di input da esso provenienti)
- con lo sforzo aerobico che ci fa sentire il “piacere della fatica” e mette in circolo sostanze endogene preziose per il nostro benessere
- con il potenziamento muscolare perché è provato che a una massa muscolare forte corrisponde un basso grado di infiammazione
A questo proposito allenamenti di Pilates completi, opportunamente costruiti possono offrire gli stimoli necessari, mentre il giusto grado di progressione degli esercizi contribuisce a rendere il lavoro sfidante e divertente.
Perché in fondo anche divertirsi in modo sano combatte l’infiammazione.
Manuela Poldi
Manuela Poldi è istruttrice di Pilates in Reggio Emilia.