Il cioccolato fa bene all’umore? Cosa dice la scienza. “Il cacao merita sicuramente il nome pomposo di Theobroma, che ebbe dai botanici. È cibo e bevanda, è conforto al ventricolo e sferza il cervello: eccita l’intelligenza e nutre riccamente”. Questo diceva Paolo Mantegazza, scienziato e letterato italiano, del cacao. E come dargli torto?
Amato sin dai tempi antichi, era considerato un regalo di Dio dagli uomini della tribù messicana degli Olmecs, che per primi iniziarono a coltivarne la pianta nel 1200 a.C. Il nome stesso che i botanici conferirono alla pianta è certamente esplicativo, Theobroma cacao, letteralmente “cibo degli dèi”. Utilizzato come merce di scambio dagli Azteki per comprare schiave, e considerato un afrodisiaco, il cacao ha per un certo periodo abitato solo le case della nobiltà. Fortunatamente oggi, però, siamo ben lontani da quella realtà!
La coltivazione del cioccolato
La coltivazione della pianta ha origini molto antiche. I Maya, nelle terre dello Yucatan, ne fecero grande uso al punto che diedero il nome di Ixcacao a una dea, spesso invocata in preghiera insieme ad altre divinità agricole. Pare che la diffusione del cacao sia stata lenta. Il primo carico commerciale sembra abbia raggiunto la Spagna alla fine del 1500 e l’Italia conobbe questa prodigiosa pianta solo poco dopo. Commercialmente parlando il cacao si diffuse in Europa solo nel XIX secolo, e pare che da allora non abbia mai conosciuto declino. Oggi i Paesi maggiori produttori sono Africa occidentale, Indonesia e Sri Lanka. Ma cosa custodisce il seme di questa pianta? Vediamo cosa dice la scienza.
Il cioccolato fa bene all’umore? Cosa dice la scienza
Dal punto di vista chimico il burro di cacao contenuto nei semi è costituito da una componente lipidica: acido oleico (si, lo stesso dell’olio d’oliva), acido stearico e acido palmitico. La polvere di cacao contiene invece le componenti psicoattive come gli alcaloidi xantinici quali la teobromina e la caffeina, i tannini, i polifenoli e modeste quantità di ammidi in grado di interagire con il sistema endocannabinoide endogeno. A quest’ultima categoria appartengono due forme della N-acetiletanolamina che hanno una struttura anandamide-simile. L’anandamide è una sostanza endogena cui spetta il ruolo di “internal bliss”, letteralmente “beatitudine interiore” in quanto responsabile della sensazione di euforia. È interessante notare come anche i carboidrati contenuti nel cacao inducano l’attivazione del circuito di reward cooperando alla sensazione di benessere che consegue al consumo di cioccolato.
Il cioccolato fa bene all’umore? Caffeina, Teobromina, salsolinono
La caffeina contenuta nel cacao viene assorbita quasi completamente a livello di intestino tenue e stomaco, ha una struttura idrofobica e questo le consente di attraversare liberamente la barriera ematoencefalica (BEE) e aumentare le performance legate alle abilità mnemoniche. La caffeina, agendo sinergicamente con la teobromina, ha un importante effetto sul tono edonico e sulla memoria di lavoro.
La teobromina è la metilxantina specifica del cacao e si trova in concentrazioni maggiori nel cioccolato fondente. Si lega ai recettori dell’adenosina e gli effetti sono correlati al miglioramento delle performance cognitive. Attraverso la modulazione dei sistemi colinergico e catecolaminergico, espleta un’azione antinfiammatoria e neuroprotettiva, quest’ultima ottenuta anche contrastando la neurotossicità mediata dall’azione del β-amiloide.
Il salsolinolo è un alcaloide derivato dalla dopamina che svolge un effetto dopaminergico diretto legando i recettori D3 appartenenti al circuito di reward e un effetto indiretto tramite l’attivazione dei recettori μ-oppioidi dei neuroni gabaergici.
Il cioccolato fa bene all’umore? Cosa dice la scienza: Il ruolo dei polifenoli
Nel cacao sono presenti importanti quantità di polifenoli che con il loro effetto antiossidante e antinfiammatorio riducono i livello di cortisolo e regolano l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene riducendo il comportamento depressivo. Tra i polifenoli coinvolti nella modulazione dell’umore troviamo i flavonoli cui appartengono catechine ed epicatechine che, capaci di attraversare la BEE esercitano un effetto neuroprotettivo attraverso un’attività antiossidante promotrice della plasticità sinaptica che migliora le capacità cognitive. Grazie alle sue proprietà antiossidanti, il consumo di cacao ricco in flavonoli induce un cambiamento del pattern neuronale, un abbassamento della pressione e dell’aggregazione piastrinica con effetti positivi sulle funzioni endoteliali e sulla circolazione sanguigna, oltre ad un aumento della sensibilità insulinica che si traduce in una migliore glucoregolazione che concorre al perfezionamento delle funzioni cognitive. La biodisponibilità dei polifenoli responsabili dell’azione antiossidante è dipendente dall’attività dei batteri commensali.
In questo contesto il microbioma gioca un ruolo fondamentale, regolando l’umore attraverso la modulazione dell’asse intestino-cervello. Gli studi ci dicono che vi è una correlazione negativa tra l’abbondanza di Faecalibacterium e il tono dell’umore, l’abbondanza invece di Blautia è correlata positivamente, il motivo è che questi batteri sono produttori di butirrato, una molecola che espleta un’azione energetica a livello degli enterociti con un’azione antidepressiva documentata.
La scienza quindi ci conferma che gustare un bel pezzo di cioccolato fondente migliora l’umore e ci aiuta nell’ottimizzare le performance cognitive.
Erica Rosati e Francesca Ardone
Erica Rosati e Francesca, Biologhe Nutrizioniste, esercitiamo insieme la loro professione a Traversetolo, in provincia di Parma. Erica Rosati è laureata in Scienze Erboristiche e dei Prodotti della Salute presso l’Università di Parma e ha terminato gli studi laureandosi con lode in Scienze della Nutrizione Umana, curricula Nutraceutica al San Raffaele di Roma con una tesi dal titolo “Ruolo del Microbioma nella Tolleranza Alimentare e possibile
utilizzo di Nutraceutici nella modulazione della Risposta Immunitaria”. Francesca è laureata in Scienze Biologiche presso l’Università di Parma e ha terminato gli studi presso la stessa Università, laureandosi con lode in Biologia e Applicazioni Biomediche, curricula Biologia della Nutrizione con una tesi dal titolo “Applicazione della dieta chetogenica nella gestione glicemica del paziente con DMT1”.
Riferimenti
Effects of chocolate on cognitive function and mood: a systematic review – Andrew Scholey and Lauren Owen -Nutrition Reviews, Vol. 71(10):665–681
Mood Components in Cocoa and Chocolate: The Mood Pyramid -Tuenter E et al. -Planta Med 2018; 84: 839–844
Consumption of 85% cocoa dark chocolate improves mood in association with gut microbial changes in healthy adults: a randomized controlled trial -J.-H. Shin, C.-S. Kim, L. Cha et al. / Journal of Nutritional Biochemistry 99 (2022) 108854
Impact of Coffee and Cacao Purine Metabolites on Neuroplasticity and Neurodegenerative Disease Simonetta Camandola1 · Natalie Plick1 · Mark P. Mattson – Neurochemical Research (2019) 44:214–227
Exploring cocoa properties: is theobromine a cognitive modulator? -Ilaria Cova et al., Psychopharmacology (2019) 236:561–572