Lo zucchero: gli effetti sul nostro cervello. Le principali fonti di carboidrati sono: pane, pasta, riso, cereali e nel nostro organismo vengono tutte ridotte a zucchero per poi essere assorbiti a livello intestinale.
Lo zucchero: gli effetti sul nostro cervello
Lo zucchero è un nutriente altamente palatabile e soddisfacente, per questo sulle nostre tavole troviamo molti cibi con quantità elevate di zuccheri liberi, come i dolci e i succhi di frutta. L’assunzione eccessiva di zuccheri, condizione che caratterizza la dieta occidentale, non garantisce un buon controllo del senso di sazietà. Ad esempio, il fruttosio, lo zucchero presente nella frutta, non è in grado di ridurre la fame. Saremmo in grado di bere litri di succhi di frutta senza mai stancarci.
Il circuito della ricompensa
In numerosi studi si è visto come lo zucchero possa dare dipendenza; infatti, attiva nel nostro cervello un circuito dopaminergico che coinvolge aree dello striato, del sistema limbico e della corteccia, chiamato circuito della ricompensa, che guida il comportamento alimentare. Questo circuito fa sì che un determinato comportamento che attiva una risposta di piacere ci porti a ricercare nuovamente quel comportamento. Nel nostro caso specifico, questo circuito si attiva in risposta all’ingestione di cibo palatabile, soprattutto quello caratterizzato dalla combinazione zucchero libero e acidi grassi saturi.
È la percezione del sapore dolce ad attivare il circuito della ricompensa e non il potere calorico, questo spiega perché si attivi anche dopo aver assunto dolcificanti artificiali come il sucralosio. Questa alterazione può slatentizzare fame compulsiva e può portarci a mangiare di più rispetto alle nostre reali necessità. È un comportamento assolutamente fisiologico che però concorre all’instaurarsi di obesità, sindrome metabolica e infiammazione.
Fortunatamente oggi c’è molta più sensibilizzazione su questo tema: nel 2015 la World Health Organization ha raccomandato di non eccedere del 5% con gli zuccheri liberi l’intake calorico giornaliero. Una buona abitudine è di preferire carboidrati complessi come nel caso dei cereali integrali in cui il quantitativo di fibra ci permette di rallentare l’assorbimento dello zucchero attivando meno questo meccanismo, dando così tempo al senso di sazietà di guidare la quantità corretta di cibo da assumere riducendo gli attacchi di fame.
Erica Rosati, biologa nutrizionista
Erica Rosati, biologa, si laurea nel 2013 in Scienze Erboristiche e dei Prodotti della Salute, classe delle lauree in Scienze e Tecnologie Farmaceutiche, all’Università degli Studi di Parma. Si laurea poi con Lode in Scienze della Nutrizione Umana, curricula Nutraceutica al San Raffaele di Roma con una tesi dal titolo Ruolo del Microbioma nella Tolleranza Alimentare e possibile utilizzo di Nutraceutici nella modulazione della Risposta Immunitaria. Esercita la professione di biologa nutrizionista nel suo studio di Traversetolo, in provincia di Parma.