venerdì 3 Maggio 2024

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Medicina quantistica: quale futuro?

Medicina quantistica: quale futuro? Conosciamo più da vicino la medicina quantistica e i possibili scenari futuri.

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Medicina quantistica: quale futuro? Negli ultimi anni si sente quotidianamente parlare di “quantistica” anche se l’appellativo viene spesso usato a sproposito, quasi senza una chiara comprensione di cosa significhi. La fisica quantistica nonostante sia una scienza che ha oltre un secolo di storia e che recentemente ha ottenuto un premio Nobel grazie al fenomeno dell’entanglement, rimane ancora avvolta da numerosi misteri da svelare.
Tuttavia, oggi vogliamo esplorare ciò che già conosciamo e che si sta implementando nel campo della medicina, grazie alle nostre conoscenze in fisica.

Quando si pensa alla fisica quantistica, solitamente, ci si immaginano enormi laboratori con sofisticati acceleratori di particelle, costosi superconduttori e complessi esperimenti che coinvolgono centinaia di scienziati. La medicina quantistica, invece, è diversa: si concentra sullo studio dei meccanismi biologici degli organismi viventi attraverso la lente delle leggi della fisica, considerando la fisica stessa come la vera “causa” degli eventi biochimici che tanto studiamo. Per comprendere appieno il concetto, è necessario un piccolo excursus di letteratura medica.

Medicina quantistica: un po’ di storia

La prima evidenza che le cellule degli organismi viventi comunicassero principalmente attraverso campi elettromagnetici è del 1992, pubblicata su PNAS, dallo scienziato Guenther Albrecht Buhler che implementò e diede un’ulteriore conferma del fenomeno sulla stessa rivista nel 2005. Queste iniziali scoperte hanno stimolato il seme della ricerca arrivando a caratterizzare la capacità, in vitro e in vivo, di pilotare il destino cellulare delle cellule staminali attraverso l’utilizzo di campi elettromagnetici opportunamente convogliati, andando letteralmente a disintegrare dogmi intoccabili della biologia. Si perchè grazie a gruppi di ricerca italiani, tra cui spicca il nome del Professor Ventura, cattedratico di biologia molecolare all’Università di Bologna con grande esperienza nel campo per aver diretto diversi anni al National Institute of Health i programmi di Stem Cell, o di Salvatore Rinaldi e Vania Fontani i quali hanno inventato la tecnologia che ha permesso l’applicazione e lo studio di campi elettromagnetici ultradeboli su cellule staminali, si sono compresi alcuni punti fondamentali:

  • da una cellula staminale possiamo pilotare i destini cellulari verso fenotipi specifici
  • da una cellula adulta della pelle umana possiamo tornare indietro verso fenotipi differenti
  • possiamo indurre a differenziarsi un tumore, già metastasizzato, verso destini cellulari non tumorali.

In campo cardiologico, invece, è stato documentato un risultato affascinante: in seguito a un infarto del miocardio indotto in un modello animale in vivo, è stato possibile stimolare il ripristino quasi completo del tessuto danneggiato del cuore utilizzando la luce emessa da una fibra ottica connessa al midollo osseo della tibia dell’animale. Ciò ha portato alla differenziazione di cellule specifiche, miocardiociti, da staminali residenti nel tessuto.

medicina quantistica
Immagine SaluteToday

Si, quello che si viene a scoprire, utilizzando le parole di un famoso fisico, Anirban Bandyopathay, senior scientist al NIMS di Tzukuba, è che “noi siamo una sequela di frequenze con pattern ripetitivi e ridondanti che si autogenerano, i quali vanno in risonanza perfetta tra loro e la natura”.

Quindi, ricapitolando, il nostro organismo prima di tutto comunica attraverso campi elettromagnetici, i quali si traducono poi in segnali radio-elettrici, vibrazioni nano-meccaniche che permeano tutto il corpo e permettono reazioni istantanee e perfettamente orchestrate come una meravigliosa melodia: il segnale biochimico sarebbe, quindi, la risultante dell’interazione primariamente fisica della materia vivente.

Perché allora non basta la fisica dell’elettromagnetismo ma abbiamo bisogno della quantistica per spiegare i codici di riconoscimento molecolare? La risposta risiede in un elemento che permea e permetta la vita: l’acqua.

Il ruolo dell’acqua

È proprio questo semplice composto che ci costringe ad allargare il nostro punto di vista per spiegare le meraviglie che avvengono nell’organismo vivente; all’interno delle cellule abbiamo microtubuli, piccoli tubi che costituiscono lo scheletro cellulare, i quali ospitano fenomeni quantistici che sfidano la nostra incapacità di replicarli con supercomputer e superconduttori a temperature prossime allo zero assoluto.

Così come nelle vicinanze delle membrane cellulari, tutte, di qualsiasi organismo vivente, avvengono trasformazioni dell’acqua, la famosa quarta fase di Pollack, le quali portano a zone prive di soluti e quindi, isolanti, molto studiate ma ancora poco comprese nei meccanismi di formazione e funzionamento. L’unico modello interpretativo che ancora oggi risulta l’unico calzante per descrivere la matrice vivente fu applicato da un gruppo di fisici italiani, pionieri nel campo, capeggiato dal famoso Giuliano Preparata e si rifaceva all’elettrodinamica quantistica e alla teoria dei campi/domini di coerenza quantistica.

Quindi, come applichiamo la fisica alla medicina?

Semplicemente cercando di leggere le frequenze dell’organismo, categorizzandole per poi comprendere le firme vibrazionali dei processi biologici: la malattia altro non sarebbe che un insieme di oscillazioni anomale che comportano regolazioni/in-form-azioni errate.

Medicina quantistica: quale futuro?

Andare a modulare la funzione delle cellule utilizzando delle oscillazioni che possano re-informarle per guidarle verso scelte migliori. Questo è l’intento del Professor Ventura che, assieme a Gullà, suo collaboratore, grazie a fotocamere (hyperspectral imaging) in grado di leggere in tempo reale i fotoni, cioè la luce, prodotti dalla matrice vivente, si stanno adoperando per trovare i pattern oscillatori di salute che possano stimolare nelle cellule un processo di autoguarigione indipendentemente dal tipo di patologia. Potrebbe sembrare un’utopia ma le evoluzioni scientifiche ci fanno sperare che presto potremo raggiungere tale obiettivo. Al momento, ci dobbiamo accontentare di utilizzare strumenti di biorisonanza per modulare e stimolare la salute generale perché non siamo ancora in grado di indurre un processo di auto-guarigione specifico. Tuttavia, riusciamo, ad esempio, già a “vedere” anticipatamente le cellule che stanno modificando la loro struttura verso destini tumorigenici. Queste evidenze offrono risultati sorprendenti e, considerando le premesse, possiamo solo immaginare una meravigliosa evoluzione futura. La medicina quantistica potrebbe davvero cambiare radicalmente il modo in cui comprendiamo e affrontiamo le malattie, aprendo la strada a nuove possibilità di cura e guarigione.

In conclusione, questo innovativo approccio rappresenta un campo affascinante e pieno di potenzialità per la salute umana. L’applicazione dei principi della fisica alla biologia ci permette di esplorare e comprendere i meccanismi sottili che regolano la vita stessa. Nonostante le sfide e le incertezze che ancora affrontiamo, i risultati scientifici ci fanno sperare che presto potremo sfruttare appieno il potenziale della medicina quantistica per migliorare la diagnosi, la cura e la prevenzione delle malattie, portando la salute ad un livello completamente nuovo.

Alessandro Ampollini

Alessandro Ampollini osteopata
Alessandro Ampollini, DO

Osteopata DO, membro R.O.I. e fisioterapista, dopo essersi diplomato al CIO Collegio Italiano di Osteopatia è rimasto come collaboratore e dal 2018 è uno dei tutor di tirocinio clinico della scuola. Ha partecipato a numerosi post-graduate con docenti nazionali e internazionali e svolto un internship all’Osteopathic Center for Children di San Diego (CA) sotto gli insegnamenti dei prof. Shawn Centers MD DO e Hollis King MD DO PhD. Nella pratica quotidiana è libero professionista in centri osteopatici e poliambulatori medici.

 

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