Respiro e movimento: alleati del benessere contro lo stress. Tutti siamo consapevoli di come la vita dipenda in prima istanza dal respiro. Prima del cibo, prima ancora dell’acqua, il respiro rappresenta la possibilità di esistere. Non tutti però siamo a conoscenza di quanto la qualità del nostro respiro sia intimamente connessa con la qualità della nostra vita. Per l’esattezza, il ritmo e la profondità del nostro respiro possono influenzare in maniera significativa il nostro stato di salute psicofisica.
Possiamo osservare il ritmo pacato e la profondità del respiro nel bambino di pochi mesi ancora immune da stress e preoccupazioni o tensioni muscolari ma nella stragrande maggioranza degli adulti questa spontaneità andrà perduta. I ritmi incalzanti delle nostre esistenze non ci permettono di raggiungere lo stato di quiete congeniale al nostro benessere -quando capita diciamo “finalmente posso respirare”, “tiro un po’ il fiato” – a meno che non introduciamo volontariamente una buona abitudine: il respiro consapevole.
Respiro e movimento: il respiro consapevole
La moderna psiconeuroendocrinoimmunologia conferma quanto il respiro sia intimamente connesso con il nostro stato psicofisico e come questo legame sia bidirezionale, lo stato di stress o di malattia condizionano la nostra respirazione ma anche il contrario. Tutti abbiamo sperimentato il fiatone dopo una corsa, la breve sospensione del respiro dopo uno spavento e l’accelerazione del respiro e del battito cardiaco prima di un esame o di un evento importante. Sappiamo come il nostro corpo e la nostra mente siano in grado di condizionare il nostro respiro.
Accade tuttavia, più spesso di quanto pensiamo, che il nostro ritmo respiratorio sia alterato senza motivo apparente e senza che questo fatto venga registrato dalla nostra coscienza. Un ritmo respiratorio accelerato quando il nostro corpo non è realmente sotto sforzo e non siamo in situazione di rischio, invierà (potremmo dire a nostra insaputa) al sistema nervoso un segnale di allerta incongruo, provocando a catena risposte “allarmate” da parte dell’organismo, e alimentando il circolo vizioso del malessere e dello stress. Rallentare consapevolmente il ritmo del nostro respiro aiuta allora a calmare la mente, favorendo la connessione con il corpo, per “traghettarci” verso uno stato di maggior quiete e centratura.
Tensioni, stati di stress, rigidità, posture scorrette e disallineamenti condizionano il fluire del nostro respiro attraverso il corpo interferendo sul buon funzionamento del nostro organismo e sul nostro stato emotivo. Quando invece siamo aperti, rilassati e liberi da contratture, ogni singolo atto respiratorio massaggia a dovere la nostra colonna e le nostre viscere anche grazie all’elasticità dei nostri muscoli respiratori -per tutti il diaframma toracico- che si attivano per permettere lo scambio gassoso con l’esterno affinché l’ossigeno raggiunga le nostre cellule rigenerandole.
Respiro e movimento: il pilates
Ecco perché, se praticate con costanza, discipline quali il pilates, connettendo esercizio corporeo e respirazione, sono in grado di ristabilire un buon equilibrio psicofisico implementando la produzione di quegli ormoni che preservando il nostro benessere e riducendo il senso di fatica nonostante l’attivazione muscolare.
Eseguire gli esercizi nel modo corretto e con le giuste strategie respiratorie significa conservare o potenziare l’elasticità dei tessuti muscolari e fasciali aumentando in parallelo la percezione del nostro respiro e attivando un circolo virtuoso che ci permette di rinforzarci ma anche di concentrarci e rilassarci. Un patrimonio che possiamo riutilizzare con consapevolezza anche al di fuori del nostro allenamento, nella vita di tutti i giorni.
Manuela Poldi
Manuela Poldi è istruttrice di Pilates in Reggio Emilia.