Disturbi dell’umore: l’asse intestino-cervello. Non siamo soli. L’essere umano possiede più di 100 trillioni di batteri che colonizzano l’intero organismo. La maggior parte vive in simbiosi con noi nel nostro intestino, e prende il nome di microbiota intestinale. Il microbiota intestinale interagisce con il nostro organismo attraverso vie metaboliche che coinvolgono il sistema nervoso, endocrino e immunitario.
I batteri sono organismi viventi, e come tali necessitano di nutrimento che forniamo loro attraverso un’alimentazione equilibrata, il modo in cui mangiamo ne influenza la composizione e la variabilità. Quest’ultima dipende dal modo in cui nasciamo, dalla genetica, dall’età, dall’attività fisica, da fattori ambientali come stress e infezioni, dall’utilizzo di antibiotici, ma soprattutto, da come ci nutriamo.
I carboidrati complessi che caratterizzano le fibre alimentari sono fermentati dal nostro microbiota intestinale in acidi grassi a catena corta con proprietà neuroattive che hanno l’abilità di regolare la segnalazione nervosa e possono alterare sonno, appetito e umore.
Nota è ormai da tempo l’interazione bidirezionale tra intestino e cervello.
Disturbi dell’umore: l’asse intestino-cervello
Così come l’intestino influenza il cervello, allo stesso modo il cervello influenza l’intestino: lo stress può alterare la composizione del microbiota dando origine a disturbi intestinali. Da statistiche, circa il 60% delle persone con disturbi dell’umore come ansia e depressione riporta disturbi funzionali intestinali, come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS). Studi riportano come ceppi del genere Lactobacillus e Bifidobacterium possano contribuire nella regolazione dell’asse intestino-cervello. Ad esempio, sottospecie di Lactobacillus possono produrre acetilcolina (che regola memoria, attenzione, apprendimento e umore), Candida, Streptococcus, Escherichia Coli ed Enterococchi possono produrre serotonina, e Bacilli e Serratia possono secernere dopamina.
Alcune sottospecie come Lactobaciullus acidophilus, Bifidobacterium infantis, Candida, Streptococcus attraverso la secrezione di neurotrasmettitori e la regolazione dell’espressione degli endocannabinoidi, hanno dimostrato effetti terapeutici positivi su ansia e depressione. Si è visto infatti che in pazienti con depressione la quota di Bifidobacterium e Lactobacillus nelle feci era minore rispetto alle persone che non soffrivano di queste alterazioni dell’umore.
L’assunzione tramite la dieta di fibre come i GOS (galatto-oligosaccaridi presenti in cereali, legumi e verdure) induce attraverso il microbiota un ridotto aumento della secrezione di cortisone (un biomarker dei disturbi emotivi come depressione ed ansia), ridotta ipervigilanza e attenzione alle emozioni negative indicando un effetto antidepressivo e ansiolitico. La somministrazione di probiotici e fibre come i GOS possono quindi alleviare i sintomi depressivi e ansiosi non gravi, provvedendo a strategie terapeutiche alternative per trattare questi disturbi.
Ricordando sempre come la psicoterapia resti il trattamento d’elezione più efficace, un’alimentazione bilanciata ed equilibrata contribuisce ad una buona variabilità del microbiota che può essere di supporto alla psicoterapia.
Erika Rosati, biologa nutrizionista
Erika Rosati, biologa, si laurea nel 2013 in Scienze Erboristiche e dei Prodotti della Salute, classe delle lauree in Scienze e Tecnologie Farmaceutiche, all’Università degli Studi di Parma. Si laurea poi con Lode in Scienze della Nutrizione Umana, curricula Nutraceutica al San Raffaele di Roma con una tesi dal titolo Ruolo del Microbioma nella Tolleranza Alimentare e possibile utilizzo di Nutraceutici nella modulazione della Risposta Immunitaria. Esercita la professione di biologa nutrizionista nel suo studio di Traversetolo, in provincia di Parma.